Lasciate perdere Guy Debord o McLuhan. Per capire quanto la società dello spettacolo sia carne e sangue del nostro tempo date un’occhiata al video virale delle ‘Maldive di Milano’. Ha dominato quest’ultima settimana pur rappresentando un evento che per la sua serialità e ordinarietà dovrebbe essere irrilevante. E invece non lo è perché si connota di stimolanti risvolti socio-antropologici.

Perché qui non solo c’è il fatto che alcuni ragazzi filmino e poi mettano in rete una gita in un luogo incantevole, ad un’ora da Milano, con acque verdi e cristalline e che questo video diventi virale, raggiunga cioè milioni di visualizzazioni e perciò sia premessa per altri video e conseguenti partenze di massa da tutto il nord Italia.

Qui si segnala un corto circuito simbolico e di contenuti. Questo mettersi tutti in fila per godere lo spettacolo di un ambiente naturale che lascia senza fiato per le sue caratteristiche di separazione dalla ‘civiltà’ e che, perciò, è tale solo se rimane intonso ma viene invece preso d’assalto dalla massa che lo padroneggia, è fuori da ogni logica.

Si corre in un posto col proposito di perdersi nella selvatichezza e poi si lasciano liberi solo pochi spiazzi di rocce bianche in modo da poter collocare asciugamani, borse e materiali vari in ogni angolo.

L’altro aspetto, non meno rilevante, è che questa visione è realistica ma non vera: quel posto non è vicino Milano ma a due ore di macchina. Non si trova in Italia ma in Svizzera, poco più a nord di Locarno. E l’acqua del fiume Verzasca che si trova nell’omonima valle, è fredda e non calda come quella delle Maldive.

Ma anche questi ulteriori elementi non hanno contribuito a far cambiare prospettiva ad un carrozzone già messo in moto, a dimostrazione del fatto che compito della cultura di massa è quello di uniformare sogni e bisogni.

E sono proprio le immagini dei tanti video di queste ore a svelarne la china massificante. Il primo, quello da cui tutto ebbe inizio, mostrava una quiete dolcemente solcata dalle misurate intemperanze di giovani fieri per la recente scoperta; gli altri video ostentano invece l’eccesso del ‘dopo’, in specie quando si vede quel minuscolo ponte che gli antichi romani utilizzavano per traversare le due rive ed ora allestito come piattaforma per tuffi.

Dalle Maldive alla gita ‘fuori porta’, dalla caotica Milano ai boschi della Svizzera, tutto è possibile. Basta spegnere la mente.asdf

 

 

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