Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, è un condottiero, si leggeva qualche anno fa sul Corriere della Sera: «A Riace convivono un arcobaleno di identità venute dal mare, per ritrovare la loro dignità». Colui il quale recuperava case abbandonate dai migranti italiani negli anni sessanta e le trasformava in residenze e luoghi di lavoro per immigrati era infatti diventato una sorta di madonna pellegrina, testimone della bontà dell’accoglienza e di quei valori di dignità umana calpestati da cripto razzisti di tutte le risme.

Un simbolo dell’altra Italia, quella buona e colta, dabbene e pregna di moralità.

Da ieri, Domenico Lucano risulta indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, concussione e abuso d’ufficio.

Silenziamo ogni facile commento sul fatto penale perché dovranno maturare altre indagini e possibilmente anche vari gradi di giudizio, e viste come vanno le cose nel nostro Paese, azzardarsi a fare i giustizialisti o i garantisti da quattro soldi è pericoloso oltre che inutile.

Resta però la vergogna politica; il fatto che un sindaco della nostra Repubblica abbia profuso tutti i suoi sforzi per popolare il suo paese non di italiani, magari provenienti da altre zone o regioni, ma da immigrati. Un uomo dello Stato, refrattario ai suoi connazionali, che ha voluto sottendere, attraverso quelle sue politiche, la bontà di un modello da esportare a livello nazionale.

E lo ha fatto in una terra come la Calabria dove i primi a non sapere cosa voglia dire sviluppo economico, a non avere servizi decenti, a lamentare l’assenza dello Stato, del lavoro, delle infrastrutture e di mille altre cose sono proprio i cittadini del posto.

Il sindaco Lucano, per questo suo attivismo, fu però ampiamente ripagato. Fu indicato dalla rivista Fortune al 40esimo posto tra le personalità più influenti nel mondo e per mesi le sue foto campeggiavano insieme a quelle della Merkel e di Papa Bergoglio. Wim Wenders girò a Riace il cortometraggio “Il Volo” per magnificarne il modello di accoglienza. Le amministrazioni comunali fecero a gara per insignirlo di ogni possibile premio. La Rai gli dedicò una fiction con Beppe Fiorello: «Mimmo Lucano — disse — è il mio esempio da seguire». Lo aveva detto anche per Salvo D’Acquisto, Roberto Mancini, Domenico Modugno, Costante Girardengo, Giuseppe Moscati e Joe Petrosino. Ma vabbè, a Fiorello credemmo pure quella volta e poi la proposta venne da Eleonora Andreatta (direttore di Rai Fiction e figlia di Beniamino Andreatta) la quale si affrettò a dire: «pensiamo che i valori siano ancora molto forti nel nostro Paese e per questo, in questi ultimi cinque anni, abbiamo deciso di promuovere queste storie che parlano di solidarietà». E come non darle credito: solidarietà., accoglienza, tolleranza, integrazione …paroline cariche di fascino cui è impossibile opporre resistenza.

Insomma, innumerevoli furono le attestazioni di stima sui cui sorvoliamo ma tanto la compagnia di giro è arcinota. Resta però il dato di fondo. Con l’ideologia si campa e si costruiscono carriere. Da sempre.

 

Migranti: "Fortune", sindaco Riace tra i 50 grandi del mondo

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