Trasmissione "Porta a Porta"

 

 

 

 

 

 

Giuliano Ferrara è uomo intelligente, giornalista molto al di sopra della media dei suoi colleghi, ma soprattutto avido di letture e frequentazioni culturali mai banali.

Ma ama la “provocazione per la provocazione”. E ho l’impressione che spesso si intesti battaglie solo per il gusto di essere al centro dell’attenzione.

E francamente su questi percorsi non mi va di seguirlo.

Ora chiede “una medaglia al Valor Civile” per quella signora napoletana che, in metro, aveva redarguito pesantemente un ragazzo reo di aver offeso un extracomunitario.

Sulla sostanza della questione la penso esattamente come lui. Una cosa è organizzare i flussi migratori, un’altra è sparare sciocche invettive contro ogni singolo straniero e comportarsi come bestie.

Tuttavia… tuttavia… Ferrara oramai prende spunto da qualsiasi cosa accada, per attaccare il governo penta-leghista. Come una valanga, va a mille all’ora contro questo governo, sul quale nutro alcune riserve anche io (in merito, per esempio, all’indirizzo economico), ma lo fa con fervore ideologico. Strumento dialettico utile ma quando non utilizzato con ossessiva continuità e su ogni piccola o grande facezia come fa lui.

Lo stesso fervore ideologico del giovane Ferrara comunista, del giovane Ferrara craxiano, del maturo Ferrara berlusconiano, dell’attempato Ferrara liberista e magari montiano, boniniano e junckeriano.

Ps: Sul tema, una riflessione dovrebbe farla anche quella destra che, quando è andata al governo, ha inseguito intellettuali provenienti da mille altri percorsi umani e culturali. A dimostrazione di una sudditanza e di un provincialismo culturale mai sopito.

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