Stamane leggo cose inquietanti, offensive e ributtanti sui quotidiani… ed in Tv è ancora peggio

Non faccio nomi per via delle querele ma il fior fiore del giornalismo italiano, e cioè in linea di massima il puttanaio più fetido che ci sia in giro, si interroga con la consueta boria sulla presenza di ”certe case editrici” al Salone; sul fatto che la polemica rischi di dare spazio a queste ”inutili e insignificanti” realtà e possa ottundere la mente dei liberi e democratici intellettuali che vorrebbero andare in Fiera con l’intento di parlare d’altro e che invece si vedono coinvolti in questioni di bassa lega.

Nello specifico non entro. Non meritate un dibattito serio e che invece sta scadendo nel ridicolo. Tuttavia, sappiate che, almeno sul piano formale, io non utilizzerò mai nei vostri confronti il vecchio adagio pasoliniano, «il fascismo degli antifascisti».

Voi siete antifascisti fuori tempo massimo (e cioè in assenza di fascismo) ma sopratutto figli di quell’incesto prodotto dalla cultura comunista e dalla cultura azionista.

In voi non c’è «il fascismo dell’antifascismo» (…che ripeto, non esiste!), ma «il comunismo e l’azionismo dell’antifascismo».

Tenetevi, dunque, i vostri Carofiglio, Camilleri, Scalfari, Saviano, Lerner, Murgia.

Noi ci teniamo le nostre abituali letture: Heidegger, D’Annunzio, Prezzolini, Borges, Céline, Cioran, Drieu La Rochelle, T. S. Eliot, E. M. Forster, C. E. Gadda, Hamsun, Hesse, Jünger, Landolfi, Maurras, Montale, Palazzeschi, Papini, Pirandello, Pound, Tomasi di Lampedusa… più un’altra quarantina di nomi che per decenni avete fatto fatica a pubblicare e che noi abbiamo dovuto leggere e studiare proprio grazie a case editrici di nicchia.

E poi, visto che in queste ore state tirando fuori le biografie di tutti gli editori di destra e state ”scannerizzando” il loro passato come peggio non si potrebbe, ricordatevi di menzionare, nel tempo libero che vi rimane, anche quel signore che morì sotto un traliccio dell’Enel. Anche lui, era un democratico e un antifascista.

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