Quarant’anni dalla strage di Bologna e nessuno può con nettezza affermare che le inchieste delle varie Procure siano riuscite a sbrogliare quella intricata matassa fatta di presunti o reali mandanti, fiancheggiatori e organizzatori della strage. Anzi, in certi momenti, l’impressione che si avuta è stata opposta. Una sorta di caos organizzato!

Gabriele Marconi pubblica per Eclettica Edizioni un volume dal titolo 2 agosto 1980. Orazione civile (p.115, euro 12) che si insinua tra i mille misteri di questa tragedia ma narrandola da una prospettiva diversa… quella del racconto teatrale. Tuttavia, non una costruzione frutto di fantasia, arzigogolata e scenograficamente artefatta, e quindi priva di valenza storiografica, ma alimentata da esperienze personali e grazie ad inchieste condotte e pubblicate da Area, il mensile che Marconi co-dirigeva, e che pubblicò un numero imprecisato di resoconti proprio su Bologna.

La scelta dello strumento teatrale e di una narrazione orale procede la presa in carico del fatto che quegli speciali, densi e articolati apparivano tortuosi e, soprattutto, annoiavano un pubblico che accorreva numeroso alle conferenze ma veniva inondato da una multiformità di aneddoti, nomi, trame, misteri, sigle.

Ed ecco la via d’uscita: riprendere tutto quel poderoso materiale pubblicato per anni su Area, corroborarlo con quello della Relazione Mithrokin, aggiornarlo con le scoperte più recenti, e farne un monologo teatrale.

Senza dare sfogo alla fantasia! Attenendosi alla cronaca e ai fatti ma in un contesto, ovviamente, di riverberi, emozioni e sentimenti che sono politiche e collettive, ma anche e soprattutto individuali, perché afferrano dal profondo la coscienza di ogni italiano.

Ciò che segue è il primo capitolo del libro che, per gentile concessione dell’editore, riproduciamo integralmente…

 

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2 agosto 1980

È la mattina del 2 agosto 1980. Fa molto caldo…

È sabato, e la gente che affolla la Stazione centrale di Bologna si è lasciata alle spalle un inverno di lavoro, di studio, di fatiche… Fra terrorismo, corruzione e inflazione, c’è stato poco da divertirsi. Solo il mese prima un Dc9 è esploso in volo… ancora non si sa come né perché… e si è inabissato nel mare tra Ustica e Ponza causando la morte di ottanta persone.

 Il mondo è diviso in due blocchi: c’è ancora l’Unione sovietica, e l’Armata Rossa è entrata in Afghanistan per sostenere il fragile governo comunista locale, ma le sta prendendo di brutto contro i mujaheddin, aiutati dagli Stati Uniti d’America, dove il presidente Carter è in forte declino e presto perderà la sfida con Ronald Reagan ma intanto, insieme a molti Paesi occidentali, boicotta le Olimpiadi di Mosca, proprio per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan.

Qui in Italia, intanto, ci sono ancora tutti intatti i partiti della prima repubblica… Dc, Pci, Psi, Msi, Psdi, Pri, Pli… Presidente è Sandro Pertini. Da poco c’è un nuovo Papa: è un polacco e si chiama Karol Wojtyla…

Bob Marley, Fabrizio de André, Lucio Battisti, Rino Gaetano e John Lennon sono ancora vivi e fanno musica. John Lennon non ne ha per molto. Ian Curtis, dei Joy Division, si è ammazzato da poco, mentre Bon Scott, degli AC/DC, è morto dopo l’ennesima sbronza all’inizio dell’anno, soffocato dal suo vomito; Sid Vicious dei Sex Pistols, gli alfieri della rivoluzione nichilista del Punk, è morto l’anno prima di overdose, a soli ventidue anni.

I Clash fanno furore con London Calling, i Police lanciano Zenyatta Mondatta, i Dire Straits Making Movies, mentre Edoardo Bennato dice che Sono solo canzonette…

È la mattina del 2 agosto 1980, dicevamo… e nella stazione di Bologna ci sono turisti che partono verso il mare, o verso la montagna… con valigie, zaini, tende, sacchi a pelo… ragazzi con l’Interrail in tasca… sapete, quel biglietto ferroviario che dura un mese e che ti consente di girare a piacere ad un prezzo abbordabile… come una tessera dell’autobus “intera rete”, ma valida su tutti i treni del continente. Insomma ragazzi che vanno in giro ad annusare l’Europa per la prima volta in vita loro, magari portandosi appresso una saccocciata di gettoni o di spiccioli, per telefonare a casa…

Mica c’erano i telefonini, allora! Dice: e come facevate? Oh, facevamo. Se è per questo, non c’era neanche Internet, non c’erano i fax né le play station e tantomeno gli I-Pod, gli I-Pad, i tablet… nelle automobili non c’erano le cinture di sicurezza obbligatorie né gli air-bag, si poteva andare in moto senza casco, e nessuno si sognava di metterlo in bicicletta o sugli sci.

Era un mondo difficile…

Io ad esempio, per chiamare casa risparmiando al massimo, usavo un singolo gettone alla volta: durava quindici secondi, o dieci o trenta, a seconda di quanto fossi lontano. Erano più che sufficienti per dire: “CiaomammasonoiostobenesonoaLondraacasacomeva?” e mentre lei, grazie al Cielo, diceva “A casa tutto bene.

Ma dimmi…” tu gridavi “ciaomammafinitiigettoni!” CLIC. Per raccontare, poi, ci sarebbe stato tempo tutto l’inverno…

Oltre ai ragazzi, ovviamente, quel sabato mattina nella stazione di Bologna ci sono le famiglie. Soprattutto le famiglie… Mamme, papà stracarichi di valigie, nonni… bambini.

Alle biglietterie, le solite code interminabili, con le solite misteriose variazioni di velocità. Lo sanno tutti: appena ti sposti alla coda accanto, perché sta correndo come un Eurostar, quella si ferma, e la coda dove stavi tu fino a un attimo prima si esaurisce in un batter d’occhio… È la famosa “Legge di Murphy sulle Code”: l’altra coda va più veloce. Appunto: l’altra. Quindi, appena ti sposti, sarà l’altra ad andare più veloce…

Ai binari, chi sale, chi scende, chi arriva e chi parte, chi saluta e chi si bacia, chi litiga… chi dice “questa è l’ultima volta che mi ci fregate: in vacanza con voi, mai più!”.

Non sa quanto è vicino all’essere esaudito… Perché… perché in mezzo a tutta questa umanità sudata che s’incrocia all’interno della stazione di Bologna, c’è qualcuno assolutamente indifferente al caldo, indifferente alle vacanze, ai saluti e ai baci…

Indifferente a tutto quello che lo circonda in quel momento…

Qualcuno che porta una valigia, proprio come gli altri che affollano la stazione quella mattina del 2 agosto 1980. Ma nella sua valigia non ci sono mica costumi da bagno, o… che so… pinne e maschere che odorano di quel misto di gomma, salsedine e muffa di cantina, dove sono state riposte per l’inverno…

No, non c’è niente di tutto questo: nella sua vali-gia ci sono circa undici chili di una micidiale miscela esplosiva, composta di tritolo e T4.

Qualcuno di voi sa cos’è?

Dico, il T4, c’è qualcuno che sa cosa sia?

Giusto, è un esplosivo. Un esplosivo ad alto potenziale.

Quanto alto? Molto alto.

Per fare un esempio… Ricordate le miccette, quei petardi piccoli piccoli che quand’eravamo bambini ci vendevano nei giorni di Capodanno? Intrecciate con una miccia lunga che le collegava tutte? Ora mi sembra che vadano i miniciccioli, che sono più o meno la stessa cosa…

Avete presente? Bene. I miniciccioli contengono 0,05 grammi di polvere pirica.

Ecco, se avesse usato miniciccioli, quella mattina, quel tipo indifferente a tutto avrebbe dovuto portare circa 10.000 valigie per ottenere un botto come quello del 2 agosto, tanto da riempire la palazzina dal pavimento al soffitto. E invece gliene è bastata una. La differenza di peso sta tutta in quella definizione: “Esplosivo ad Alto Potenziale”…

Significa che con un chilo di miscela di tritolo e T4 provochi un’esplosione pari a circa otto tonnellate di polvere pirica.

Pensate ai danni che ha fatto:

85 morti e 200 feriti.

Per quella gente rimasta sotto le macerie della stazione centrale di Bologna – perché è soprattutto il crollo che provoca tanti morti, come stabiliranno gli esperti – niente più vacanze. Niente più partenze. Soprattutto, niente più ritorno…

Tutti sanno che per quell’atto terroristico ci sono state indagini, arresti, processi, assoluzioni e condanne definitive; per la precisione, ad essere condannati sono stati prima Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, dei Nar, Nuclei armati rivoluzionari, una banda armata di estrema destra. Rei confessi di altri reati, compresi molti omicidi. E in un altro processo – al Tribunale dei minori, perché all’epoca dei fatti era diciassettenne – Luigi Ciavardini, anche lui dei Nar. Tutti e tre si sono sempre dichiarati innocenti per quanto riguarda la strage di Bologna (ora, in un nuovo processo, è stato condannato anche un quarto membro dei Nar, Gilberto Cavallini. Processo che ha fatto emergere nuove e sorprendenti rivelazioni, anche sul numero esatto delle vittime… ma di questo parleremo più avanti).

Io però oggi vi racconterò un’altra storia.

Una storia che molti conoscevano fin dall’inizio, ma che è stata nascosta a tutti…

Una storia sulla quale era ovvio indagare, ma nessuno l’ha fatto.

Nessuno l’ha mai voluto fare.

 

 

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