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Ci mancava anche la mammina di Harry Potter, la creatrice del maghetto prêt-à-porter, il McDonald’s del fantasy.

Si era avuto sentore, sin dai primi istanti, che non si sarebbe trattato di un fatto di poco conto e che, nel calderone delle assurdità intorno alla sfuriata della tennista Serena Williams contro l’arbitro, ci sarebbero entrati in tanti. E così è stato!

J.K. Rowling si è scagliata contro la caricatura pubblicata dall’Herald Sun («La più grande di sempre ridotta a macchietta») e, insieme ad essa, uno stuolo di paladine del ‘sesso debole’, a dimostrazione che il tema del sessismo stia esondando esso stesso a macchietta. Si stanno in queste ore muovendo gli eserciti per quello che, in realtà, era un ordinario accesso di collera, non raro sui campi di tennis fino a qualche anno fa, ma che assume contorni di paradigma se a farlo è una donna e di colore, e se dice castronerie fuori da ogni logica che vengono però ‘tenute’ per buone.

Follia pura. Squadernamento di ogni logica e buon senso. Non bastava la scenata della tennista contro l’arbitro definito sessista e ladro per aver favorito l’altra tennista (che, peraltro, era anch’essa nera e donna), le comunità afroamericane che rilanciano accuse di razzismo e sessismo, dive e divette che non vedevano l’ora di rilasciare qualche dichiarazione memorabile sul neofemminismo… no, ci tocca anche la mammina di Harry Potter.

E pensare che volevo scrivere un articolo sui tutù della Williams.

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