C’è una Italia che non ha diritto di cittadinanza e di parola, che non può mostrarsi nella sua intimità familiare o difendere valori considerati desueti. Due episodi registrati nel giro di pochi giorni ci segnalano questa discrasia che assume toni allucinanti se non proprio ridicoli e che si innerva nelle misere beghe della politica e nel complesso dibattito pubblico. Una Italia che le statistiche non registrano e i risultati elettorali non fotografano in tutta la sua articolata ma specifica identità e consistenza. Una parte non residuale del Paese, infatti, pur non ripudiando questo tempo, si attesta però con orgoglio su […]