Politica

Il muro d’Europa

È tra i peggiori nemici degli europeisti più sfegatati. Lo considerano l’uomo nero per eccellenza e non vogliono che sieda al loro stesso tavolo perché, da quando in Ungheria ha iniziato ad essere eletto con percentuali bulgare, ha subito dimostrato che avrebbe fatto gli interessi del proprio popolo. E così si è messo a difendere i confini ergendo un muro in metallo, sulla cui sommità corre ovunque il filo spinato; ha sguinzagliato la polizia lungo la frontiera e ha respinto i clandestini arginando gli arrivi da quella che è conosciuta come la rotta balcanica; ha buttato fuori dalle università le organizzazioni non governative che prendono montagne di soldi da “filantropi” con strane mire egemoniche; si è messo a tessere una rete di poteri alternativi a quello accentratore di Bruxelles fino a costruire un patto tra Paesi confinanti. Ungheria, migranti cercano di raggiungere la Germania L’uomo nero è ovviamente Viktor Orban. Un personaggio che a Bruxelles è in uso ai più. Tanto per intenderci il presidente (uscente) della Commistione europea, Jean-Claude Juncker, non lo può proprio vedere. Anche all'interno del Partito popolare europeo c’è chi non lo vorrebbe tra le scatole. Tanto che, dopo i continui scontri con i vertici dell’Unione europea, è stato sospeso. Non tutti, però, sono dell’idea che vada espulso dal Ppe. Silvio Berlusconi, per esempio, è convinto che per il bene della stessa Europa il Ppe debba riuscire a mediare non solo con Orban, ma anche con i sovranisti come Matteo Salvini. Un cambio di passo rispetto al passato che porterebbe alla rottura dei rapporti con i socialisti che vedono nel primo ministro ungherese il male assoluto. I seggi che Orban conquisterà alle prossime elezioni europee potrebbero essere l’ago della bilancia per il futuro assetto della Ue. Perché, se dovesse abbandonare il Ppe per entrare nell’eurogruppo capitanato da Salvini, darebbe un’arma in più ai sovranisti per contare ai quei tavoli che fino oggi gli erano preclusi.

Un primo passo per abbattere quel muro che in tutti questi anni le élite europee hanno eretto per fare gli interessi di pochi e tagliar fuori le Nazioni da decisioni capitali.

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