In un libro racconta il suo “rischio”, quello di ammalarsi di tumore al seno. Dopo aver visto mamma e zia soffrire per il cancro e aver avuto la certezza di essere portatrice del gene Brca2 mutato (le statistiche dicono che una donna su 2 a queste condizioni si ammala) ha deciso di farsi togliere entrambi i seni. In via preventiva. L’ha fatto quattro anni fa, all’età di 28 anni, e ora che di anni ne ha 32 e fa la giornalista lo racconta in un libro.  

La sua storia assomiglia molto a quella della donna di 45 anni che ha scelto di farsi togliere entrambi i seni per lo stesso motivo (portatrice del gene killer e figlia, sorella e nipote di donne ammalatesi di cancro) all’ospedale San Matteo di Pavia, in febbraio. Ne abbiamo discusso sul blog nei post “Via il seno per non rischiare” e “Geni e spettri”.

Da quando fai il test genetico –con risultato positivo –  la condanna ti calza addosso come una seconda pelle: «Se l’unico vantaggio che ho è quello della conoscenza e la strada più efficace che mi offre la medicina è quella di agire ora, per non vivere nell’attesa e nella paura di ammalarmi, allora io la prendo». Così Silvia Mari scrive nel libro «Il rischio» (ed. Fontes) che verrà presentato il 12 maggio al Salone del libro di Torino .

 Silvia ha perso la madre quando aveva solo 12 anni per un cancro al seno. Ha visto ammalarsi anche le zie. «Sono arrivata a decidere per l’intervento dopo un lungo cammino – racconta – e dopo aver provato per un paio d’anni anche la strada della sorveglianza, con esami e monitoraggi continui. Ma la mia qualità della vita era molto peggiorata e non sopportavo di vivere tutta la vita nell’attesa di ammalarmi».

 Silvia  è contenta del suo seno rifatto, “ricostruito con protesi e parte dei suoi muscoli dorsali anche se preferivo il mio naturale. È una scelta che rifarei”.

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