“Il tumore all’utero?  Potenzialmente può scomparire dalla faccia della Terra: abbiamo tutti gli strumenti per fare un grande balzo in avanti, e liberare l’umanità da questa malattia». Parole di Umberto Veronesi che oggi ha inaugurato un nuovo reparto per la cura del carcinoma uterino all’Istituto europeo di oncologia.

«Noi specialisti ci chiediamo come mai ancora oggi vediamo 3.500 tumori l’anno, quando dovrebbero essere non più di un centinaio, massimo duecento» ha detto Mario Sideri, direttore di Ginecologia preventiva allo Ieo.

 «Abbiamo a disposizione un test che ci permette di identificare i soggetti a basso rischio, che sono poi il 90% delle donne. Possiamo dividere in due la popolazione femminile: quelle che possono stare più tranquille e diradare i controlli e le “sorvegliate speciali” su cui l’attività di prevenzione si fa più intensa. Ci sono studi che dicono che si può usare l’Hpv test come test primario per “catalogare” la popolazione e suddividerla in  “a rischio” e “non a rischio”»

Il ginecologo ha aggiunto: “In Italia le donne che hanno dichiarato di aver fatto un Pap test negli ultimi 3-5 anni sono il 70-80%, Noi potremmo recuperare quel 20% di assenteiste con il kit casalingo per il prelievo “’fai-da-te” (50 euro a kit). Uno studio olandese ha mostrato che in questo modo i medici sono riusciti a stanare moltissimi tumori sommersi. E la conferma arriva anche da alcune sperimentazioni italiane, condotte in Toscana, Lazio e Abruzzo. Insomma,  l’idea è di distribuire il kit alle donne di un target preciso, attraverso i medici di famiglia”.

Sideri ha poi annunciato che per abbattere il cancro all’utero “nei piani futuri c’è l’estensione della vaccinazione anche ai maschi” .

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