Dedico l’ultimo post prima di partire per le vacanze a un medico incompreso. Sergio Stagnaro da Riva Trigoso, 80 anni. Specializzato in malattie dell’apparato digerente, del sangue e del metabolismo. È da quando ho iniziato questo blog, in febbraio, che interviene (ultimamente non lo fa più però, si è stufato dei post che dedico alla medicina tradizionale che lui contesta), molti lettori hanno dimostrato di conoscerlo benissimo, io – ammetto – ho fatto un po’ fatica a capirlo forse perchè non credo più alle cose troppo belle (mi appaiono finte). E la sua teoria per diagnosticare e curare i tumori è davvero TROPPO BELLA PER ESSERE VERA.

 La gran parte degli oncologi e dei ricercatori di casa nostra non se lo fila per niente, lui non si cura di loro “ma guarda e passa”. Ossia continua a scrivere ai vari ministri e illustri Veronesi e Garattini fiumi di newsletter che non ricevono risposta. (Però ogni tanto qualche rivista americana o inglese le pubblica…)

Cura anche un blog su quotidiano.net dove racconta che le soddisfazioni più grandi le riceve dai suoi nipotini, Luigino di 4 anni e Artemisia di due.

 Veniamo al dunque. Il cancro secondo Stagnaro non si elimina con l’ intervento chirurgico, men che meno con chemioterapici o radioterapia.  Si previene con sapienti dosi di melatonina (coniugata secondo il metodo Di Bella-Ferrari), vitamina C, buon cibo e vita sana. “La melatonina intanto non è un ormone ma un aminoacido” ci spiega. “E lo stile di vita corretto impedisce di sviluppare un cancro anche se se ne ha la predisposizione”.

 È un sostenitore della “semeiotica quantistica”, ossia dello studio dei segni e sintomi della malattia, dice che il dividere la popolazione in sana e malata è un pregiudizio da medicina medievale. “Gli esseri umani fortunati non hanno nel proprio corpo il ‘terreno oncologico’, quelli più sfortunati sì. Ma avere o non avere il ‘terreno oncologico’ non significa sviluppare un cancro – continua –  Si tratta solo, nel caso di presenza del terreno oncologico, di contrastare questo ‘reale rischio congenito’. Come? Non aumentando di peso, nutrendosi con poche proteine animali (privilegiando il pesce), molta frutta, molta verdura, legumi, cereali, pochissimi zuccheri. Zero fumo, attività fisica quotidiana. E melatonina.”

 Stagnaro aggiunge che anche chi non ha la predisposizione al cancro, “può ammalarsi – il 2% secondo la sua esperienza – se non segue le indicazioni sullo stile di vita corretto Soprattutto se gli capitano intensa anemia, nefropatia, dialisi e malattie cardio-circolatorie”. E che il terreno oncologico “è trasmesso dalle madri ai figli ma si può fare una prevenzione pre-primaria (che non ha nulla a che fare con gli screening, le ecografie, le mammografie, eccetera) prima del concepimento sulla mamma, quando è portatrice. Come? “Dieta e melatonina – ricorda – Il 28 febbraio 2010 a Riva Trigoso è nato Manuel, il primo bambino senza terreno oncologico figlio di genitori predisposti al cancro” (i dettagli nella Manuel’s Story)

 Come si individua il terreno oncologico? Spiega Stagnaro: “Con uno stetoscopio, auscultando gli organi e facendo una “intensa” pressione sui punti chiave. Ad esempio premendo  con il polpastrello all’altezza della tempia si stimola un centro neuronale: se l’individuo è sano non succede nulla, se invece ha il terreno oncologico si crea – nello stesso istante – un riflesso gastrico in relazione diretta alla gravità della patologia…”.

 C’è anche una svolta recente nei suoi metodi di cura. Da poco Stagnaro usa uno strumento russo il Cem Tech. “Con un’applicazione scompare il terreno oncologico nel paziente portatore. Come? Con la re-immissione di energia ad elevatissima frequenza si ristrutturarano i mitocondri si cura la patologia mitocondriale alla base delle disfunzioni…”

 Mi fermo qui, sono sicura che a tutte le vostre domande saprà rispondere il dottor Stagnaro. C’è solo un problema: parto per un posto sperduto della Spagna e viaggerò senza computer ( eh ho accontentato la principessa piccola “mamma chiudi quel block…!!!!”). Non aggiornerò il blog e non risponderò alla posta per venti giorni. Chi di voi ha già accesso ai commenti può scrivere liberamente, (anzi vi esorto a farlo, mi piacerà trovare i vostri post al mio rientro). A tutti gli altri chiedo un po’ di pazienza e buone vacanze a tutti!

 Per chiarimenti allego in pdf il bell’articolo che Stefano Lorenzetto, ex vicedirettore del Giornale e oggi editorialista, ha scritto nel 2009 su Sergio Stagnaro.

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