Si sta svolgendo a Roma il secondo meeting internazionale sui nuovi farmaci per il tumore al seno. Organizzato dall’istituto dei tumori Regina Elena di Roma, l’incontro è iniziato oggi e si concluderà domani.

 Ecco una prima sintesi: in Italia vivono più di 520 mila donne che hanno avuto un cancro alla mammella, grazie alle terapie e alla diagnosi precoce. I medici hanno parlato di screening su misura, il suggerimento è quello di personalizzare  i controlli tenendo contro del rischio individuale di ciascuna donna. Vanno considerati: familiarità, terapie ormonali passate o in corso, densità della mammella e precedenti condizioni patologiche. Le donne verranno così suddivise in tre categorie di rischio: normale, medio e alto.

Gli esperti hanno visto che la mammografia dimezza la mortalità perché, nella maggior parte dei casi, permette di diagnosticare il cancro in tempo per curarlo.  Nell’Italia del Sud le diagnosi sono fatte con più ritardo rispetto al Centro Nord. Nelle regioni settentrionali la metà dei tumori è scoperta nella fase precoce, in quelle meridionali soltanto il 30 per cento, questo dipende dal fatto che al Sud le donne aderiscono meno massicciamente agli screening (il 37,9% contro l’88,9% del Nord e il 76,6% del Centro).

Sono tre le nuove molecole più promettenti contro il tumore al seno. “Tutte in arrivo entro il 2012, dopo il via libera della Food and Drug Administration (Fda): si tratta di Tdm1, pertuzumab ed everolimus” ha spiegato Edith Perez, oncologa della Mayo Clinic di Jacksonville (Usa).

 “Il Tdm1 è un trattamento altamente specializzato  per il carcinoma mammario Her2-positivo, capace di colpire in modo mirato ed efficace le cellule neoplastiche. Il pertuzumab è un anticorpo monoclonale che ha mostrato un’azione potente.  Entusiasmanti anche i dati preliminari su everolimus

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