Non so dirvi quale dei seguenti numeri mi trasmetta più angoscia. Se il totale dei morti di cancro a fine anno (180mila) o che il tumore al polmone sia balzato in cima alla classifica dei più diffusi. O ancora se il fatto che la sopravvivenza a cinque anni dopo una diagnosi di tumore al seno sia aumentata (provate a immaginare di sentirvi dire, appena saputo di avere un cancro,  “che se vi curate in questo o quell’altro modo la sopravvivenza a cinque anni è del…un numero a caso ma chissenefrega del numero,  il problema sta nel cinque anni…)…

 Proporrei agli epidemiologi di abolire la voce “tasso di sopravvivenza a 5 anni” quando il destinatario è un malato di cancro, s’intende, per motivi compassionevoli…

Ecco i numeri: a fine 2012 ci saranno quasi 1,3 milioni di morti per tumore nell’Unione Europea e 180.000 in Italia, in testa il cancro al polmone (33.000 casi).  In realtà si muore di meno,  in particolare per il tumore al seno, ma il cancro al polmone è in crescita fra le donne.

Il lavoro è stato condotto da un gruppo di ricercatori italiani e svizzeri, che hanno appena pubblicato uno studio su Annals of Oncology.

Gli studiosi spiegano che si muore meno per tumore, rispetto al 2007  il 10%  in meno fra gli uomini e il 7% in meno nelle donne.

Aggiunge Eva Negri, co-autrice del lavoro e ricercatrice all’Istituto Mario Negri  che “nel 2012 si registreranno circa 400.000 casi di tumori e 180.000 morti per tumori; queste ultime saranno 100.000 negli uomini e 80.000 nelle donne”.

I tumori sono secondi solo alle malattie cardiovascolari ma sono la principale causa di anni di vita persi, poiché si ammalano di cancro anche i giovani. I più frequenti tumori nel corso del 2012 saranno quelli del polmone (33.000 decessi),dell’intestino (22.000), della mammella (12.000), del pancreas (11.000),dello stomaco (9.000) e della prostata (8.000).

Uno dei dati più favorevoli sia per l’Europa che per l’Italia è la riduzione del 9% in 5 anni nella mortalità per tumore della mammella, specie tra le donne giovani.  Ha commentato Carlo La Vecchia, capo del Dipartimento di epidemiologia del Mario Negri “che questo risultato dipende più  dai  miglioramenti della terapia per il tumore della mammella  che per lo screening mammografico, che in genere è ristretto alle donne tra i 50 e i 70 anni”.

“Il principale tumore in controtendenza è invece quello del polmone nelle donne – ha concluso La Vecchia- che ha continuato ad aumentare nella maggior parte dei Paesi europei, riflettendo la diffusione del fumo di sigarette nelle donne negli ultimi decenni”.

 

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