La prevenzione salva la vita. È vero di sicuro. Ma intendiamoci sul senso di prevenzione.

Ora ci si sta accorgendo che le morti da tumore al seno non sono diminuite per l’estensione delle mammografie su larga scala. È il quotidiano britannico The Guardian a riportare oggi i risultati di uno studio accurato apparso sul Journal of Royal Society of Medicine.

I ricercatori hanno esaminato 40 anni di screening mammografici, dal 1979 al 2009, e concluso che  non vi è alcuna prova che questi esami abbiano diminuito la mortalità.

In Inghilterra c’era stato un fervente dibattito sul valore dei programmi di screening . Nonostante il fatto che la mortalità per cancro al seno fosse notevolmente diminuite dal 1980, alcuni critici avevano replicato  che i programmi di screening fanno più male che bene e inducono molte donne  a interventi chirurgici non necessari.

In risposta alle polemiche, il Dipartimento della Salute aveva commissionato una revisione sui rischi e benefici nel 2011. La giuria indipendente concluse che vi era una riduzione del 20% della mortalità per cancro al seno nelle donne invitate allo screening.

Ma quest’ultima ricerca, pubblicata nel Journal of Royal Society of Medicine , contesta i risultati.

La ricerca ha analizzato la mortalità da tumore al seno in tutta l’Inghilterra, prima e dopo l’introduzione da parte del sistema sanitario inglese del programma di screening al seno nel 1988.

Lady Delyth Morgan, capo esecutivo della charity Breast Cancer, ha ammesso che “ i risultati contrastanti dei vari studi, possono creare confusione nelle donne. E che certamente individuando presto i tumori si hanno più probabilità di vivere più a lungo”.

 

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