È stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ( PNAS ) l’ultimo lavoro dedicato ai retinoidi e ai tumori. La molecola, derivata dalla vitamina A, in vitro e sulle cavie, ha rivelato le sue proprietà antitumorali. Provoca l’apoptosi ( ossia la distruzione ) delle cellule maligne del tumore al seno e della prostata.

Tumori solidi, dunque. Ricordiamo che – a parte Luigi Di Bella che, dagli anni Cinquanta aveva compreso le potenzialità immense dei retinoidi e il figlio Giuseppe che cura i tumori anche con l’acido retinoico – la medicina tradizionale impiega questa molecola solo nella cura della leucemia promielocitica acuta. Non dimentichiamoci neppure che una variante sintetica dei retinoidi ( fenretinide ), secondo ampi studi, dimezzerebbe i tumori al seno ma non viene nemmeno presentata come possibilità di cura alle donne che si ammalano. Al contrario viene loro diffusamente proposta la chemioterapia quando si sa che non ha alcun effetto sulle cellule maligne da tumore al seno ( come afferma, lo leggerete nelle righe qui sotto, Carlo Maria Croce, direttore del Cancer Center di Colombus nell’Ohio che abbiamo intervistato perchè cofirmatario dello studio appena pubblicato).

Lo studio è stato condotto dall’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con il Cancer Center di Columbus, nell’Ohio.

I ricercatori hanno dimostrato che stimolando un particolare recettore presente nelle cellule cancerose, il TLR-3, si innesca la produzione di specifici microRNA che rendono le cellule sensibili all’azione dell’acido retinoico. È quest’ultimo poi a provocare la morte delle cellule cancerose.

“È la prima volta che indaghiamo sui retinoidi – ha detto Elio Ziparo, ordinario di Istologia ed embriologia a La Sapienza di Roma – ma ci siamo già occupati del TLR-3: è un gene che regola lo sviluppo dei moscerini e che, negli umani, controlla il sistema immunitario di base. Questo gene, stimolato da una molecola sintetica ( poly 1: C) induce le cellule a produrre i recettori per l’acido retinoico, è come se aprisse le toppe per le serrature su ogni cellula. A questo punto c’è il via libera per l’acido retinoico, capace di far morire le proliferazioni maligne. Anche nel topo da laboratorio, divenuto immunosoppresso per poter sviluppare il cancro, il tumore si è ridotto”.

Ziparo presenta un’altra interessante conseguenza: “Ad Anatomia abbiamo analizzato i campioni di tessuti umani malati e abbiamo osservato, sia nel caso del tumore mammario che in quello alla prostata, che le parti di tessuto esenti da tumore hanno i recettori per l’acido retinoico accesi, quelle cancerose hanno gli stessi recettori spenti ( significa che quando il corpo è sano, l’acido retinoico è assimilabile dall’organismo, quando è malato no), per questo stiamo valutando di estendere la nostra ricerca”.

Vi occuperete ancora di acido retinoico?
“Sicuramente”.

A Carlo Maria Croce abbiamo inviato le domande via mail, per ovviare alla linea telefonica disturbata.

1. Professore, che direzione sta prendendo la ricerca sul cancro? In Italia gli oncologi dimostrano di non allontanarsi mai dal binario tracciato dalla chemioterapia, neppure quando possono usare un “farmaco mirato, di ultima generazione“. Cosa pensa dello studio su Nature, molto critico verso la chemioterapia?

1. “Mentre la chemioterapia, anche se tossica, è riuscita ad avere un grande impatto nel trattamento di malattie molto gravi come le leucemie acute o i tumori del testicolo , portando a remissione completa ed anche guarigione, non si puo’ dire altrettanto per quanto riguarda i tumori maligni piu’ comuni, come quelli del polmone, del seno e del colon/retto. Adesso sta avvenendo uno shift dalla chemoterapia alle terapie “targeted”, che implicano meno tossicita’ e piu’ probabilita’ di remissione completa.
I progressi sono considerevoli e continueranno. Non credo sia vero che nel futuro i tumori saranno sempre trattati con la chemoterapia. Questa idea mostra una scarsa comprensione dei meccanismi patogenetici del cancro e di come affrontarli.”

2. I retinoidi, per le loro capacità “differenzianti” e apoptotiche, e per la loro non tossicità ( fatta eccezione per il periodo della gestazione ) non possono rappresentare un’ottima alternativa alla chemioterapia?

2. “Purtroppo la ‘Differentiation Therapy’ puo’ essere applicata solo a poche malattie neoplastiche, per esempio nel caso della leucemia promielocitica acuta, dove il trattamento con retinoidi ed arsenico riesce persino a curare il cancro”.

3. Molte mie lettrici ( compresa la sottoscritta ) si illusero quando Umberto Veronesi annunciò i risultati di uno studio multicentrico condotto su 2.867 donne. Fu dimostrato che assumere fenretinide ( derivato di sintesi dei retinoidi) in premenopausa dimezza il rischio di recidive alla mammella, in tutti i tipi di tumore mammario. L’ annuncio venne fatto nel 2006 e noi stiamo ancora aspettando il farmaco.. Ecco lo studio.

3. No comments

4. Che terapia suggerirebbe a una donna operata due anni fa di tumore al seno con recettori ormonali positivi, nessun linfonodo intaccato, che fece dopo intervento radioterapia, chemioterapia e blocco ormonale più tamoxifene e che ora ha 14 metastasi? Di rifare tutto quello che ha fatto anche se non le è servito a nulla?

4. “Come le ho detto prima la chemoterapia/radiation therapy non curano la paziente, ma possono rallentare la malattia. Nel futuro, quando ulteriori targets saranno identificati, la terapia sara’ molto piu’ efficente e meno tossica. La chemoterapia sara’ dimenticata.”

5. Visto che il Metodo Di Bella contempla i retinoidi cosa ne pensa di questa terapia?
Il figlio del professore, Giuseppe, ha pubblicato i seguenti lavori. Cliccate qui e qui e qui.
Non pensa che con la sperimentazione del 1998 ( durata 3 mesi e su malati terminali ) l’Oncologia si sia giocata una chance di cura sufficientemente buona?

5. “Di Bella era un ciarlatano ed il metodo Di Bella non funziona.Amen!”

6. Perchè lo definisce ciarlatano ( aveva 4 lauree ), perchè il ministero italiano ne bocciò la terapia? E se lei vedesse i malati in remissione ( dopo cartelle cliniche e istologico ) cambierebbe idea?

6.”Perche’ la sua cosiddetta terapia era campata in aria e senza alcuna base scientifica!!! Avere qualche laurea non significa molto!!! guardi ai politici italiani! Ha fatto molto danno. Molti pazienti hanno abbandonato terapie validate per le puxxxxxte di Di Bella. Avrebbero dovuto mandarlo in galera insieme a quelli che lo hanno fatto sperimentare”.

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