È disposto ad arrivare in Italia anche domani, ma nessuno lo chiama. È lo scienziato super partes indicato dal ministro come presidente del nuovo comitato, quello che dovrà (dovrebbe?) valutare Stamina.

Si chiama Mauro Ferrari, ha 55 anni, è esperto di biotecnologie e nanotecnologie biomediche e, a Huston, ha un ruolo amministrativo. Vicepresidente esecutivo dei principali sistemi ospedalieri americani, sovrintende suppergiù 800 sperimentazioni cliniche e 16 mila dipendenti, 1.500 dei quali alle sue dirette dipendenze al Methodist Hospital Research Insitute. Cliccate qui.

Il ministro Beatrice Lorenzin lo ha nominato il 27 dicembre scorso a presiedere il nuovo comitato formato da altri sei scienziati, ecco qui il comunicato stampa. Ma non ha mai formalizzato l’atto di insediamento. A onor del vero ha pure annunciato il decreto di nomina (durante la trasmissione Presa diretta su Rai3) ma non c’è traccia di questo documento.

Abbiamo chiesto spiegazioni diverse volte al suo staff, senza ricevere risposte precise. “Ci sono tempi tecnici” oppure “Non dipende da noi ma dal consiglio di Stato”. Ma sul perché Lorenzin avesse parlato in tivù di un decreto fantasma, la risposta non è arrivata.

Eppure era stata proprio lei, il ministro, a dichiarare che “nell’interesse dei malati si sarebbe proceduto in tempi brevissimi alla nomina del nuovo Comitato”.

Abbiamo intervistato Ferrari l’8 gennaio.

Professore, quando comincerà a occuparsi di Stamina?

“A Huston ho cambiato i miei orari di lavoro per essere pronto a partire in qualsiasi momento. Mi sono anche messo già d’accordo con gli altri colleghi, è importante fare in fretta, per i malati. Saremmo disposti a venire a Roma giovedì e venerdì prossimi (il 16 e il 17 gennaio).”

Perché usa il condizionale?

“Perché vanno definiti ancora i dettagli e non ci hanno ancora chiamato”.

Ha detto che ascolterà i pazienti e le loro famiglie, è vero?

“Certamente. Si parte dai dati oggettivi, fra questi ci sono anche l’ascolto dei pazienti e dei loro medici”.

Ha detto anche che non vuole entrare nel merito della discussione.

“Il mio mestiere impone l’obbiettività. Chi è obbiettivo è al servizio di chi soffre per davvero”.

In questi giorni e in questa vicenda si fa molta fatica a recuperare dati obbiettivi.

“Ci sono tensioni incredibili. Non si può pensare di stemperare questo clima se non si dà modo a tutti di parlare. Ogni particolare deve essere messo sul tavolo. Questa è la prima condizione. Raccoglieremo i dati scientifici e quelli osservazionali.”.

Poi?

“Il lavoro deve essere trasparente in ogni tappa, la trasparenza è premessa di giustizia”.

Come mai il dibattito attorno a Stamina è diventato così violento? Succede anche negli Usa?

“I toni sono troppo aspri, non ho mai visto una veemenza simile. In Usa si discute sulla riforma del servizio sanitario ma non in questo modo”.

Si è chiesto il perché di questa cattiveria?

“Posso dire che non va bene. Che questo modo di discutere sta minando il tessuto della comunità, l’anima della nostra civiltà. L’apertura verso l’altro e la comprensione reciproca definiscono le nostre priorità, le sembreranno termini ingenui, ma dicono cose terribilmente vere”.

Come vede la proposta del professore Camillo Ricordi di testare le cellule Stamina a Miami per caratterizzarle?

“Da qualunque parte provengano i dati oggettivi li raccoglieremo” (questa domanda era stata fatta prima che Ricordi rinunciasse al suo proposito. Poi gli abbiamo chiesto un commento sulla campagna diffamatoria che ha portato il professore di Miami a fare un passo indietro. E questa è stata la risposta:

“Non è mio ruolo entrare nelle diatribe e nelle polemiche personali, mi limito solo a ripetere il richiamo ad abbassare i toni e smorzare le tensioni, ed invitare al rispetto riciproco tutti quelli che prendono parte a questa importantissima vicenda”)

Alcuni lettori del mio blog pensano che Stamina è boicottata perché disturba gli affari delle case farmaceutiche che hanno interesse a considerare le staminali come farmaci.

“Non è un male che la comunità abbia queste impressioni – la medicina è anche un’attività professionale, ha legami commerciali ma il suo fine è aiutare chi soffre – perché costantemente noi dobbiamo ricordarci di quello che facciamo. È facile, in laboratorio, perdere il senso della realtà. Dall’altro lato devo dire che le teorie cospiratorie acuiscono le preoccupazioni”.

È giusto o sbagliato che i media si occupino di questioni mediche?

“È importante partecipare a queste conversazioni. Sono occasioni per guardare al proprio livello di coscienza scientifica. In questo modo la gente capisce come i farmaci o le terapie arrivano o non arrivano alla clinica, sono dibattiti e informazioni che definiscono la società”.

Cinque condizioni per chiarire il caso Stamina.

Occorrono: civiltà nel discutere; compassione verso chi soffre; oggettività dei dati raccolti; trasparenza nel modo di procedere e inclusività, ossia che tutti abbiano modo di parlare e nessuno sia lasciato fuori”.

Tag: , , , , ,