Oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, si è accorto che i medici non sono liberi di prescrivere in scienza e coscienza:
“Fanno bene i medici a protestare davanti alla proposta del Governo di penalizzarli nel caso prescrivano esami che qualcuno a Roma ritiene inappropriati. Io sono per il giuramento di Ippocrate, per me il medico è responsabile della scelta di curare o no, di far fare o meno gli esami al paziente, è lui a doverlo decidere” ha dichiarato Maroni.

Questa volta siamo d’accordo con il governatore lombardo.

Il presidente della Regione è però in troppe cose affaccendato per accorgersi che sono già diversi anni (decenni) che i nostri medici hanno le mani legate. Guai a chi s’azzarda a prescrivere di testa sua. I protocolli – terapie decise a tavolino e imposte in corsia come in ambulatorio – rivelano una logica da diktat più che da cura personalizzata.

E allora cosa è cambiato oggi? Le vacche grasse son diventate magrissime, al limite della sopravvivenza: non c’è più denaro. (Diciamo pure che sarebbero già morte, le vacche, se non ci fossero le bugie a tenerne lo spettro in vita).

E allora il ministro Lorenzin, consapevole di gettare il cerino in un pagliaio ( con annesso pollaio ) se la prende con l’eccesso di prescrizioni diagnostiche. “Ammontano a 13 miliardi di euro l’anno” afferma sicura. Segue intimidazione: “Verranno sanzionati quei medici che reiteratamente e consapevolmente prescriveranno prestazioni inappropriate”. Perchè “ci vuole prova scientifica delle prescrizioni”.

Così Lorenzin fa credere che i responsabili del tracollo della sanità siano i medici. Come no, hanno prescritto in modo “inappropriato” per 13 miliardi di euro l’anno! Stiano bene attenti, d’ora in poi, altrimenti si ritroveranno con meno soldi in busta paga.

È troppo chiedere al ministro come sono stati calcolati i miliardi sprecati? Quale ufficio ha fornito la stima 13 miliardi e in base a che cosa? 

Ci perdonerà Lorenzin se dubitiamo del suo modo di enumerare.

Quando era tempo di sponsorizzare il vaccino anti-influenzale Fluad (invece di restituirlo all’azienda perchè dimostratosi inefficace e di pretendere indietro il denaro versato in anticipo) Lorenzin terrorizzò gli italiani: “Fra chi non si vaccina ci sono ogni anno 8mila morti”. Smentita dall’Istituto superiore di sanità il giorno dopo: “Ottomila sono le persone che muoiono nel periodo dell’influenza”. Insomma, tutta un’altra faccenda.

Scorriamo ora l’elenco delle prescrizioni “tagliabili”.  Qui. A parte le prime venti che si riferiscono a cure dentistiche (che sono state rimborsate – e per fortuna che lo sono state – soltanto a chi ha un reddito bassisimo!), compaiono esami specialistici che nessun medico raccomanderebbe senza una logica. Si va dalle risonanze, ai marcatori del tumore nel sangue, alle analisi genetiche, alle terapie palliative per dolori ossei – insomma, esami che se richiesti non lasciano presagire nulla di buono – mescolati ai più marginali screening allergici, terapie a base di raggi Uva, esercizi di respirazione, crioconservazione di colture cellulare, un minestrone, insomma.

Qual è il criterio che riunisce 208 prescrizioni così diverse? Non si capisce.

A riprova dell’illogicità dei 208 accostamenti, la precisazione di Lorenzin: “Non sono stati tagliati la risonanza o la Tac. Si vuole avere un’appropriatezza della prescrizione diagnostica, che le persone siano indirizzate a fare le diagnosi che servono e non quelle che non servono”. Ovvio + ovvio = 2 volte ovvio.

E come lo si valuterà quest’ovvio bis?

Eccoci, finalmente. “Ci sono dei protocolli che definiscono come e quando fare le prestazioni diagnostiche (medico, a che servi?). Sono definiti dalle società scientifiche e rivisti insieme al Consiglio superiore di Sanità, in base alle buone prassi”.

Chi ha orecchi per intendere, intenda.

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