La notizia è da marcare stretta. Google rivela di aver lavorato a una tecnologia anti-cancro. Un bracciale da polso capace di modificare le cellule cancerose (o intervenire su ormoni, enzimi, proteine, tutto ciò che nel metabolismo è sregolato) attraverso l’energia.

Immaginiamo un impulso a radiofrequenza o un campo magnetico variabile nel tempo o un segnale luminoso (a infrarossi o visibile) che, seguendo precise leggi di fisica, interferisca con la malattia.

Proprio cosí. Cliccate qui. Dall’energia (che non si crea e non si distrugge) la forza per guarire. Un sogno? Intanto l’azienda ha già depositato domanda di brevetto assieme all’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

Se venisse realizzato, un dispositivo simile, sarebbe per natura versatile. Bill Maris, capo della divisione investimenti dell’azienda ha citato l’esempio del Parkinson: il bracciale potrebbe spegnere le proteine coinvolte nella malattia degenerativa.

Non solo tumori, dunque.

Non è la prima volta che il colosso del web investe nella ricerca sul cancro. Nell’ottobre 2014 dal laboratorio Google è nata la pillola di nanoparticelle magnetiche capace di distinguere le cellule malate “per attrazione” e di colorarle. Bill Maris ha dichiarato che “presto le terapie anti tumore di oggi verranno considerate primitive”.

Morale: Google considera un dovere investire in salute. “Ci sono un sacco di miliardari nella Silicon Valley ma alla fine andremo tutti nello stesso posto – ha detto Maris – potendo scegliere tra guadagnare molto e trovare il sistema per far vivere le persone più a lungo, voi cosa scegliereste”?

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