Solo il sole su quei sassi e dopo i sassi sabbia. Sei giorni, sei scrittori, una città, la terza più antica del mondo, e un sogno. Mariolina Venezia ha invitato altri cinque scrittori nella sua terra, dal 7 al 12 aprile, con una missione: narrare. Narrare i volti, le cicatrici, le speranze, le case, le parole perdute e ritrovate, l’orizzonte, l’imponderabile e l’invisibile, il presente sospeso e tutto quello che potrebbe avvenire. E’ RaccontaMatera. Non solo un festival. E’ costruire. E’ lasciare qualcosa, racconti inediti raccolti e presentati all’Expo di Milano. Gli autori, oltre a Mariolina, sono Antonio Pascale, Anilda Ibrahimi, Paolo di Paolo, Nadia Terranova, Marcello Fois. I protagonisti della prima edizione. Scrivere e poi in piazza, con interviste incrociate per conoscerli, per un incontro tra chi arriva e chi sta, tra chi ospita e lo “straniero”, tra chi accoglie e chi viaggia.

Perché una scrittrice sceglie di “sporcarsi le mani” con un festival? C’è una sola risposta: per amore. Per la sua terra, per i suoi vecchi, per i fantasmi, quelli del passato e quelli del futuro. Forse per non sentirsi in colpa. Non per i peccati, ma per non sentirsi ignavi. La genesi di questa storia la racconta la stessa Mariolina. Ascoltatela.

“Quando, nel 2006, è stato pubblicato per Einaudi il mio romanzo Mille anni che sto qui, ambientato in Basilicata, mi chiedevo come sarebbe stato accolto dagli abitanti della regione. Non sempre si ha piacere nel vedersi ritratti, e ci si riconosce nello sguardo dell’altro. Al di là di ogni mia aspettativa, l’accoglienza è stata entusiastica. Era come se i lucani aspettassero di essere raccontati, con uno sguardo contemporaneo, diverso da quello di Levi e del Cristo si è fermato a Eboli, per tanti decenni immagine della regione nel mondo. I tempi erano maturi. Presto sono arrivate altre narrazioni, come Basilicata coast to coast, che hanno drasticamente trasformato la percezione dei luoghi. Sono arrivate nuove avventure, culminate con l’elezione di Matera a Capitale della Cultura. La città, in piena trasformazione, e proiettata verso il futuro proprio grazie al recupero del suo passato, ha oggi più che mai bisogno di narrazioni. Raccontare un luogo, dall’interno e dall’esterno, contribuisce a creare la sua identità. Di qui è nata l’idea di invitare cinque scrittori, alcuni italiani, di vari luoghi dell’Italia, una albanese, in una breve residenza artistica a Matera, per poter raccontare la città. All’iniziativa parteciperò anch’io, per uno sguardo più dall’interno. Alla fine della settimana di soggiorno saranno prodotti sei racconti da “restituire” agli abitanti di Matera e a coloro che frequentano la città. I sei racconti di Raccontamatera lasceranno un segno nel suo immaginario”. In bocca al lupo, ragazza.

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