Marino Magliani è l’uomo che parla agli ulivi. È così che lo ricordo in uno di quei pomeriggi d’agosto in una valle invisibile e verde e ocra e azzurra quando il resto dell’universo si gode la controra. E lui lì a chiederti il nome, non la specie, ma proprio il nome di battesimo, di questo o di quell’albero. Qualcuno potrebbe confonderlo con uno scrittore vagabondo, ma non è solo quello. È uno che per mestiere fa il cacciatore di storie, le sue, e quelle di chi incontra. Viene dalla Liguria aspra e con un ricordo di povertà, da quella Dolcedo […]