L’ultimo giorno di diffusione dei sondaggi pre elettoriali parla chiaramente: Renzi e il fronte del SI dovrebbero soccombere nelle urne. Addirittura il punto non è più se perderà, ma di quanto. Iniziano infatti le analisi di chi crede che anche con una sconfitta, il Premier in realtà porti a casa un risultato ampiamente positivo in termini di persone che hanno deciso di sostenerelo. Ed è tutto qui l’equivoco: la personalizzazione del quesito, la scelta o con me o contro l’Italia, o il nuovo o il baratro del vecchio risultano sempre di più fuori luogo. Non so se sia stata la scelta di qualche stratega o l’istinto di un azzardo molto rischioso promosso da Renzi stesso, ma l’errore è molto più profondo.

La Costituzione ed il funzionamento degli organi legislativi sono materia troppo importante per essere sostituiti con una competizione riguardo un politico e la sua squadra. Il bene del paese coincide con tutt’altre faccende. E – scusate la metafora – chiedere un “6 politico” di fronte ad un “compitino” fatto male è figlio di una mentalità che nulla ha a che fare con il progresso.

I cambiamenti incontrano sempre delle resistenze e in molti campi, su tutti quello aziendale, provocano mali di pancia e ribellioni. Spesso infatti più che per convinzione passano per imposizione. In questo caso dopo aver cercato la prima strada si sta cercando la seconda (nel fronte del SI). E le prossime due settimane vedranno un’escalation in questo senso. Istituzioni (a controllo pubblico e privato), personalità, media rilanceranno le “minacce” del premier su vari fronti. La sensazione che si raccoglie nell’esaminare i dati prodotti e diffusi dagli istituti di ricerca è tuttavia opposta: a maggior formulazione di ricatto corrisponde la crescita del fronte del NO. La spiegazione secondo me risiede anche qui da noi nell’avversione verso la politica e il sistema in carica: è già avvenuto in UK, negli USA e probabilmente lo vedremo anche in molte prossime elezioni.

Le carte che ha in mano Renzi e il suo schieramento non sono molte. Una tra queste è il voto degli italiani all’estero che sembra non essere molto considerato nelle previsioni e che invece potrebbe incidere e non poco.

E se Renxit sarà, entro Natale capiremo se mangerà il panettone oppure NO.

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