IMG_1350Bellezza fa rima con monnezza, e fa rima con delicatezza. Ciò che distingue la bellezza dalla monnezza è spesso più sottile della punta di un capello, così come un capello separa l’eretico dal santo e l’indemoniato dal veggente. Una sottilissima, infinitesimale distanza tracima l’amore in odio, l’attenzione in viscerale ripugnanza. Basta la punta di un niente per spegnere la bellezza nella disarmonia, così come una sola goccia di acido trasforma un corpo modello in un ammasso deforme. Eppure la donna colpita rinasce dalla sua offesa, come un fiore risorge splendente dopo il lungo temporale della notte. Solo la morte è immobile e immutabile, maledetta sovrana senza ritorno. Con buona pace di Gesù Cristo e Cesare Beccaria, chi dà morte, sia colpito dalla stessa morte.

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