IMG_2009Venezia ti disturba. Vivi nella tua città, nella tua villetta, porti a scuola i bambini, vai in palestra o al cinema, o a fare la spesa, o in ufficio, e tutto quello sembra il mondo, il mondo umano. Poi vai a Venezia e capisci che devi rifare tutti i conti. Venezia è un extramondo. Esistono le città, e poi esiste lei, Venezia, che, pur essendo tutta umana, non ha nulla di umano, di ragionevole, di sensato. Che ragionevolezza ci può essere nel vivere sull’acqua come una libellula? Che sensatezza ci può essere nel costruire, secolarmente, il più grande tributo dell’uomo all’uomo tra le basse e le alte maree della laguna, come fossimo castori o aironi? Firenze è una città razionalmente umana, Roma è caoticamente, disordinatamente umana, Milano è freneticamente, efficientemente umana. Venezia è l’inumano che è in noi. Per questo ci disturba; per questo Padova e Trieste, che sono vicine a Venezia e che sono città bellissime e capitali dell’arte, scompaiono nella geografia turistica del Nord Est Italia: perché hanno a che fare con un competitore sovrano che nulla ha di umano.

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