859765352-1-e1507743763513Beato sia Leonardo da Vinci. Il quadro, a lui attribuito, Salvator Mundi, è stato venduto all’asta per 450 milioni di dollari. Due cose sono chiarissime. Il mito nell’antichità veniva consacrato dal tempio. Oggi dai soldi. Nella modernità, diventi mito quando il mercato ti mitizza. Fuori dal mercato non esiste mito, ma solo autorevolezza. I 450 milioni di dollari per un quadro, però, sono un toccasana per la nostra Italietta, per il nostro provincialismo, per le piccole città imbevute fino al collo di primitivismo culturale. Sapete perché? Perché da noi si pensa che l’arte sia per gli sfigati, per i volontari, per i precari, per i pensionati. Sono più importanti le strade, le scuole, i cimiteri, gli ospedali, i viali, i marciapiedi. Poi, da ultimo, nelle varie e eventuali, tra le briciole del discorso, arriva l’arte, affidata ai volontari e ai disoccupati, perché non c’è una lira: tanto, si sa, l’arte non costa nulla, la fanno i volontari. La cifra mostruosa pagata per il Leonardo da Vinci è una pedata nei denti a chi, qui da noi, vuole trasformare l’Italia dell’arte nell’Italia dei fessi.

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