IMG_3420La luce elettrica è potenza dell’uomo sui suoi limiti. Di notte non vede, ha il limite di non vedere, ma la sua actio mentis, la forza della mente, gli fa ogni volta superare i muri che trova. L’elettricità è la sconfitta della notte, è la sua sottomissione alla volontà dominante dell’uomo. Per questo non capisco le città, i centri storici, che continuano ad avere una luce penitenziaria, claustrale. Non capisco perché i monumenti e i palazzi storici fatichino a farsi vedere, come se ne avessero paura (guardate Pisa!). Cammini per le strade, le vie, le piazze anche principali, davanti al palazzo comunale, e vedi una luce sfocata, ospedaliera, che accentua i difetti, le imperfezioni degli edifici, perché li fa lugubri. Nelle piazze monumentali la luce elettrica deve esaltare la visione, non mortificarla. Se si è funebri, a tratti spettrali, in città, è una sconfitta dell’uomo moderno sulla sua forza, sulle sue potenzialità. La notte è sonno per molti animali, è sonno per l’uomo primitivo, per l’uomo fino all’Ottocento che va a candela. Per l’uomo moderno la notte deve essere vita, vita vittoriosa sull’inoperosità del buio, vita vittoriosa della luce elettrica sulla pigrizia del non vedere e del dormire.

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