IMG_7016Prezzo speciale, prezzo epocale, miglior investimento, l’affare della tua vita. È con queste parole, martellanti, ripetute a nastro continuo, che l’arte contemporanea arriva nelle nostre case attraverso la televisione e le televendite nei canali periferici. È interessante notare che il cittadino prenda contatto con le opere di Alberto Burri, Lucio Fontana, Hans Hartung, Xavier Bueno, Jacques Villeglé, Emilio Vedova, non dopo aver visitato i musei o le collezioni strepitose delle nostre città, non dopo aver visto documentari o programmi dedicati alla conoscenza o all’appassionato approfondimento, ma dopo aver girato, con lo zapping, canale dopo canale, in televisione, ed essersi brevemente o lungamente fermato su una delle trasmissioni dove questi artisti vengono “regalati a prezzi da paura”. La televisione non deve necessariamente educare e le prediche stanno in chiesa, ma è vero che l’arte moderna e contemporanea in TV arriva solo nelle reti periferiche e con qualcuno che ce ne parla per appiopparci l’affare del secolo. Dunque: i quotidiani parlano solo delle mostre che comprano pubblicità sulle loro pagine o di quelle curate dalle firme più note vicine al giornale stesso; le radio sono impercettibili sull’arte; le televisioni si occupano solo, con le televendite, degli artisti che hanno mercato. Internet, con i siti online di riferimento, le pagine sponsorizzate a poco sui social, le riviste online più accreditate, i blog dei grandi quotidiani, è la sola terrazza panoramica a cui si può affacciare un comune cittadino per farsi un’idea di quanto c’è e accade: dall’installazione iperpubblicizzata di Cattelan (che vedrai anche in TV e sui giornali) alla scultura di un artista in un’abbazia benedettina da salvare (che non vedrai in TV e sui giornali). Su internet l’arte si riprende spazi di elaborazione, di visibilità e di contaminazione che giornali, televisioni e radio hanno invece – con miopia – cancellato. Però “un giovane talento, per quanto innovativo e creativo possa essere, se rimane isolato, benché connesso con il mondo in maniera virtuale, non potrà mai esprimersi come invece chi ha occasioni quotidiane di contaminazioni reali” (Paolo Crepet). Contaminatevi con le opere d’arte dal vivo. Nessun media può surrogare il respiro che un’opera emana se la guardi viva davanti ai tuoi occhi vivi.

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