La Torre della criminalità

Lei pende e tutto attorno, fin dove gestisce la fabbriceria della cattedrale, chiamata Opera della Primaziale Pisana, è ovunque pulito, ordinato, ben organizzato per accogliere e indirizzare la fiumana quotidiana dei turisti. Ma proprio a ridosso della Torre pendente di Pisa, non appena si lascia questo spazio tutelato a gioiello, la criminalità è la vera incontrastata padrona di strade, vie, piazzette e parcheggi. Flotte di ragazze nomadi rubano indisturbate, di giorno, i portafogli dei passanti. Spacciatori collaudati stazionano in capannoni dismessi per smerciare eroina, pasticche ed erba che si sente la puzza da trenta metri. Senegalesi e marocchini che gestiscono […]

  

Siamo irrilevanti e ne siamo consapevoli

Le aste internazionali ci umiliano. Tu sputi sangue per raccolte fondi miserissime per restaurare un’abbazia benedettina martoriata dalle infiltrazioni e dai crolli che distruggono gli affreschi, sputi sangue per avere centesimi di centesimi di euro da questa o quella fondazione bancaria, dal Ministero dei Beni culturali in sede vacante permanente, dal Comune nullafacente, dalla Provincia inesistente, dalla Regione superaccomandata, e niente, dopo aver raggiunto cifre che, al massimo, possono far restaurare un ostensorio, un calice o un reliquiario di quell’abbazia imperdibile, apri internet e vedi l’ennesima asta internazionale dove per una singola opera d’arte vengono spesi milioni e milioni e […]

  

L’Italia delle meraviglie (sconosciute)

Se fossimo francesi, questo fazzoletto di terra di cui vado ora parlando, sarebbe pubblicizzato come i quasi 300 mirabili castelli e palazzi monumentali che si assiepano, da Amboise a Chenonceau, lungo il corso del fiume Loira; se fossimo tedeschi, reclamizzeremmo questo sconosciuto fazzoletto di terra con la stessa battente promozione con cui si divulga l’isola dei musei nel cuore di Berlino (il sito tradotto in 7 lingue, i nostri Uffizi solo in 2 lingue); se fossimo americani, vi avremmo già gravitato interessi economici, produttivi e cinematografici di prima grandezza (il museo della Pizza con opere d’arte, proiezioni video, esperienze culinarie […]

  

Varchi a Venezia: blocchi o potenzialità

Una città non è un teatro. Il teatro ha posti numerati. Finiti quelli, non puoi entrarci perché le poltrone sono a numero chiuso. Una città, finché rimane città, finché si basa sul principio della cittadinanza (ovvero spazio pubblico deciso collegialmente dagli individui – non solo dai residenti), non può avere accessi limitati, come se entrassimo al teatro, al cinema o in un museo. Però riflettiamo sui tornelli, sui varchi aperti o chiusi a Venezia, installati dal sindaco ad ingresso per provare a gestire la fiumana ininterrotta di milioni di turisti. Se i varchi sono preclusione, cioè città chiusa quando il […]

  

L’abbazia rinata nella voce di un poeta

Fanno convegni, accordi bilaterali, trilaterali, sul turismo, sui flussi dei visitatori, sulle flessioni degli arrivi e delle partenze, pensando che da quelle lunghe tavole rotonde assiepate di dati, statistiche, introiti e spese, arrivi la ricetta salvifica per dar vita alla vita della bellezza italiana, ma poi ad incendiare un’abbazia fiorentina, nell’anno del suo millesimo anno, salendo le scalinate che, da Piazzale Michelangelo, portano al riposo tombale dei mortali e ad una delle basiliche più soggioganti della cristianità, è stato un poeta, le sue parole nude, il suo canto nudo, in mezzo all’ampia navata centrale. Tantissime persone richiamate, mille, mille cinquecento, […]

  

I vandali sono protetti dall’indifferenza

Non fa notizia, non fa mai notizia. Mai, mai una volta. Un vandalo, dieci vandali, mille vandali che brutalizzano, giorno dopo giorno, nell’indifferenza totale e pneumatica dei cittadini, un’architettura pregevolissima del nostro territorio italiano, non arrivano a destare la minima attenzione da parte di media, politici, istituzioni, specchi tragici e perfetti di quanto noi vili siamo. Stavolta, per l’ennesima volta, è capitato al ponte curvato della Valle del Mingardo, costruito con un equilibrio formale ineccepibile, in mattoni rossi in piena età fascista (1929), tra i comuni di Centola e Celle di Bulgheria, in provincia di Salerno. Arrivano lì – i […]

  

Italiani, smettete di lamentarvi del vostro male!

L’Italia dovrebbe essere la prima potenza turistico-economica del mondo. La campagna elettorale sta finendo e non c’è un cane di politico che abbia detto, su questo, una sola sputata parola. Tutti a parlare di immigrati, flat tax, disoccupazione, povertà, fascismo e antifascismo (temi più o meno seri), e nessuno a parlare di cosa ci rende impareggiabilmente unici nel pianeta. Come se alle Maldive parlassero di dentifrici e lavatrici e non del mare e delle spiagge. Come se tu fossi una figa come Belen e tu non puntassi sulla tua bellezza ma sulla tua voce che è del tutto normale, pensando […]

  

La supposta patrimonio dell’umanità

La supposta è patrimonio dell’umanità o no? Visto che tutto sta ricevendo l’imperdibile bollino a punti dell’Unesco, e i politici caproni fanno a gara per vantarsene, e le associazioni fanno a gara per mettersi in posa davanti al bollino a punti di “Patrimonio mondiale dell’umanità”, come fosse un panda allo zoo, ho una proposta pieromanzoniana da fare: la supposta, sì, quella cosa che, infilandola tra lì e là, ci solleva da dolori lancinanti, insonnie, angosce, convulsioni, complessi di colpe, la supposta, sì, quel razzo a portata di mano che non dà pene come l’ago di una siringa ed è più […]

  

Chiusi per fallimento

Il turismo non si attrae con i buoni propositi e con il volontariato. Il turismo costa: costa attrarlo, costa generarlo. Se investi zero soldi pubblici, ottieni zero turismo. È come la serie A di calcio o gli attori di cinema e di televisione: se li vuoi, costano. Se invece vuoi spendere degli spiccioli, puoi farlo benissimo, ma non avrai né la serie A né gli attori professionisti. Avrai tanto volontariato e buoni propositi per attrarre a malapena familiari, amici e consorti. Nulla di più. Se tu sei un piccolo comune e vuoi generare un turismo che finora non c’è, scordati […]

  

Il veleno di Mostar

Bevendo il veleno e suicidandosi, all’atto della sentenza di condanna per crimini di guerra nella ex Jugoslavia, il generale croato Slobodan Praljak ha mostrato che la guerra non finisce quando si seppelliscono i morti e si stende un trattato di pace. Anche se non ne parli più, anche se in Croazia ora vai al mare, tra barche, hotel e arrosti misti, la guerra rimane, ha tracciato troppi abissi di vendetta, odio, rancore, fallimenti, contrabbandi, processi, che nessuna pace cancella. Butti giù un ponte, un ponte simbolo, il ponte di Mostar, con la dinamite, durante la guerra, il 9 novembre 1993. […]

  

Il blog di Luca Nannipieri © 2024
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