La bocca che non emette voce

In fondo era ampiamente prevedibile: nell’arte l’astrazione, che è stata la lingua prevalente del Novecento, non poteva vivere a lungo come dominante, come egemonica, perché l’uomo non vive senza segni, senza simboli, che l’astrazione a lungo ha soppresso pensando di darsi completamente asignica, asimbolica, analfabetica, gesto puro senza connotati di razionale lettura, come invece accade leggendo un romanzo, una poesia (le parole sono segni), guardando uno spettacolo teatrale (i personaggi sono catene di segni), ascoltando una canzone (i brani sono successioni di segni), seguendo un film (trama, lingua e ripresa cinematografica sono alfabeto signico). Il gesto puro, il monocromo, il […]

  

La solitudine dell’Astrattismo

Pier Paolo Pasolini, negli anni ’60 e ’70, affermava poeticamente, in più scritti, che il rischio del nostro tempo, il rischio di tanti intellettuali e artisti, è quello dell’essere persi “in un puro intuire in solitudine”. L’Astrattismo, che è la lingua del Novecento, ha sempre rischiato – e come linguaggio tuttora rischia – questo: l’essere perso in un puro intuire in solitudine. Cioè testimoniare soltanto l’afonia della propria voce, l’incapacità di cambiare o di incidere qualcosa nel mondo. Da grande sperimentazione che, da fine Ottocento, con Redon, superava l’obbligo della raffigurazione di ciò che vedevano gli occhi, da grande perlustratrice […]

  

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