Fonte: Ansa

Fonte: Ansa

Chiedo venia, purtroppo capita.

Chiedo perdono,  al mio subconscio,  perché stamattina debbo dare ragione ad Asia Argento.

Rimedierò più tardi con tre Ave Maria e due Pater Noster.

Leggo della notizia del nuovo nato, il movimento “Dissenso Comune”, firmato finora da circa 124  attrici, registe  italiane sull’onda del celeberrimo “Se non ora, quando” e mi frullano nella testa bionda alcuni interrogativi, di difficile soluzione.

Scorro i nomi delle firmatarie ed i miei interrogativi aumentano esponenzialmente, come il mercurio contenuto nei vecchi termometri; che più cercavi di raccoglierlo, più

si frammentava in pezzi sempre più piccoli.

Vedo come firmatarie e come pasionarie della crociata contro i maiali dell’ambiente cinematografico, li voglio chiamare così, perché alla fine se sei una attrice valida e ti proponi per una parte, dovresti limitarti a svolgere quel compito richiesto e  non ruzzolarti fra le lenzuola del regista o dello scenografo, per ottenerla, i  nomi autorevoli di attrici  arci conosciute e quotate.

Non Anna Rossi, la borgatara di Centocelle con ambizioni da Anna Magnani.

I nomi sono quelli di: Ambra Angiolini, Alba Rohrwacher,   Kasja Smutniak, Cristiana Capotondi, Giovanna Mezzogiorno, ecc, ecc, (premettendo che alcune di loro, il regista importante se lo sono sposato o ci hanno passato anni, in quanto compagne, o ancora che talune vantino parentele sufficientemente rinomate da essere state ben introdotte nell’ambiente) mi sovviene domandare: cui prodest, ora, questo manifesto?

Prima domanda, a cui non seguirà (immagino) alcuna risposta: “Perché care attrici, Duse del nuovo millennio, non avete denunciato tutte queste molestie e questi ricatti, a tempo debito?”.

Già.

Perché io immagino che se mi presentassi per una parte  e mi proponessero, come contropartita,  di provare il pezzo a letto col regista: prima gli darei un calcio ben assestato poi lo sputtanerei platealmente e subito.

In tal caso la giustizia non è un piatto freddo da consumare poi.

 Qui non si tratta di persone che per bisogno economico o per violenza o minacce, si trovano impossibilitate a scelte alternative.

Secondo interrogativo: “Come mai nessuna delle circa 124 firmatarie, ripeto, grandi e conosciute attrici, oltre a firmare un manifesto contro i ricatti sessuali nel mondo del cinema (che potrebbe essere anche il voler cavalcare il trend del momento) NON  decide di inserire anche i nomi dei presunti molestatori, ricattatori, violentatori?

Insomma: i porci.

Ed è in questo preciso punto che ahimè non posso che convenire con la Argento, mi sento già avvampare dalle fiamme dell’Apocalisse.

Come mai non si ha il coraggio di fare degli esempi pratici, di denunciare pubblicamente questi abusanti, di rendere partecipe anche il pubblico pagante del marcio rappresentato da chi chiede prestazioni sessuali in cambio di particine o ingaggi nel cinema?

A voler essere malpensanti, si potrebbe pensare ad una soluzione di mero comodo, ossia:  firmo un manifesto contro le molestie, mi accodo alla schiera delle novelle pasionarie del trend del momento, faccio la mia candida particina  ed intanto non faccio la cosa essenziale: non  dico nulla, non faccio i nomi.

Chissà mai che domani, non mi contattino per una parte da protagonista.

Paola Orrico

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