La resistenza alla mafia, all’ndrangheta e a tutte le associazioni mafiose non è solo un affare delle forze dell’ordine e della magistratura, ma riguarda ogni singolo cittadino, al nord, al centro e al sud. Oggi i nemici della legalità sono oltre alle mafie macro o micro che siano, anche le corruzioni che sono poteri forti spesso ab-soluti rispetto alla legge, perché hanno creato una rete capillare di illegalità e spesso si ha una legittimazione quasi inconsapevole producendo una sorta di tolleranza ed omertà nei cittadini, e dopo il tragico 11 settembre 2001 siamo stati catapultati anche nell’epoca del terrorismo , con una convivenza sociale attraversata dalla paura e dal sospetto verso tutto ciò che è altro da noi per cultura, etnia, religione, genere sessuale. Se la mafia e Ndrangheta sono un’istituzioni antistato che attirano consensi perché ritenute più efficaci in certi contesti dello stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando i giovani alla cultura dello Stato e delle istituzioni. Educare significa anche prevenire. Ecco perché l’educazione alla legalità rappresenta, nell’attuale momento storico in cui la nostra società è sempre più contraddittoria e travagliata dalle violenze quotidiane, uno degli aspetti fondamentali della formazione integrale della persona per sviluppare il senso della legalità e per promuovere la partecipazione attiva e costruttiva nella propria comunità di appartenenza e nel territorio. Bisogna promuovere la crescita equilibrata della personalità dell’allievo affinché possa assumere atteggiamenti responsabili verso se stesso, la società e il mondo intero imparando a gestire i conflitti interpersonali e ad accettare e condividere i valori di pace, fratellanza e rispetto per le istituzioni. Educare alla convenienza democratica deve essere una priorità. Bisogna assumere la consapevolezza che un futuro di pace e di legalità nasce dalla conoscenza delle cause presenti e storiche che provocano le discordie e i fenomeni criminali. L’introduzione di ore di studio nelle scuole primarie e secondarie sarebbe anche un modo per fare sì che gli studenti di ogni ordine e grado possano informarsi su un fenomeno negativo come la mafia e l’ndrangheta non solo attraverso le fiction tv, ma anche studiando di chi la mafia l’ha combattuta anche a costo di sacrificare la sua vita. È oggi più che mai fondamentale spiegare alle nuove generazioni nelle scuole cosa siano le organizzazioni mafiose, come operino e che enormi danni arrechino alla nostra società. Tutto questo va spiegato con un approccio multidisciplinare, che parta da una lettura storica, ma che arrivi a contestualizzare il fenomeno ai giorni nostri. È altresì importante favorire una presa di coscienza tra gli alunni , ma soprattutto rompere il muro psicologico che per anni ha fatto considerare la criminalità organizzata di tipo mafioso come un problema che colpiva solo le regioni del Sud. Se la mafia o Ndrangheta nel corso del tempo hanno saputo sempre più radicarsi, trasformarsi, adattarsi alle trasformazioni economiche è stato grazie all’incapacità di coglierne la presenza e l’azione, unitamente a troppe colpevoli connivenze o omissioni. Io sono Andrea Pasini un giovane imprenditore residente in uno dei comuni del sud ovest milanese. Comuni come Buccinasco, Trezzano Sul Naviglio, Cesano Boscone e Rozzano che purtroppo da molti anni sono stati invasi da famiglie di Ndrangheta calabresi. Proprio nelle scuole di questi comuni sarebbe fondamentale visto la presenta dell’ndragheta che negli ultimi trenta anni è crescita a dismisura intaccando settori più svariati dell’economia e della politica raccontare ai giovani che cosa sia realmente questa consorteria mafiosa, come operi, che danno apporti alla società e che schifo faccia. E quanto invece è bello nella vita schierarsi con orgoglio e con decisione dalla parte dello Stato, delle istituzioni e delle legalità. Solo così possiamo far capire ai nostri giovani quale sia la strada corretta da prendere quando diventeranno adulti e quali siano i valori sani della vita da seguire. Crescendo questi giovani avranno molte più probabilità di imboccare la strada dell’onestà e della legalità e di diventare dei cittadini con la schiena dritta che sappiano sempre senza indugi da che parte stare e cioè dalla parte delle istituzioni e dello Stato schifando e combattendo il malaffare e le mafie. Questa sarebbe una proposta da sottoporre al Ministro dell’Istruzione: inserire durante l’orario delle lezioni nelle scuole nel nostro paese una materia come l’educazione civica che si focalizzi sull’insegnamento di che cosa siano le mafie, come operino e che danno apportino alla società e di conseguenza alle persone. Auspico che il Ministro dell’Istruzione al più presto faccia una attenta e seria riflessione su questo tema e subito dopo ne dia una concreta attuazione. Perché le associazioni mafiose e il malaffare si combattono anche e sopratutto a scuola. www.IlGiornale.it

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