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«Fuori Tono» si occuperà di musica contemporanea nelle sue più diverse declinazioni, soprattutto delle tendenze e dei personaggi attuali. Cercherà senza pretese di essere alla portata di tutti, stando alla larga da tecnicismi, sigle, termini e ragionamenti solo per addetti ai lavori. Questo blog nasce e verrà alimentato per la passione di chi scrive. Ma anche dall’idea che a non poche persone – dal semplice curioso al cultore della materia – potrebbe far piacere contare su un altro luogo del web. Un approdo online nel quale poter dibattere o dire la propria su storie, profili, presentazioni e dove poter fare segnalazioni di notizie, appuntamenti, nuove incisioni, video e libri che riguardano questo mondo «lontano». Ovvero un settore solitamente abbastanza distante dalle luci dei riflettori e dalle logiche del business, più in Italia che in altri Paesi occidentali. I motivi di questo sono molti e si avrà modo di parlarne. E questo scampolo di «rete» potrebbe fare nel suo piccolo da volano. Nel Belpaese però, in barba a chi ogni volta sentenzia che «insomma quella musica è di nicchia ma a chi interessa…», a tener alta la bandiera con fede incrollabile ci pensano rassegne, associazioni, centri studi, ensemble, interpreti, compositori, conservatori, civiche, ricercatori, pionieri e singoli enti; nei grandi cartelloni fanno capolino qua e là dei titoli, delle commissioni, dei tentativi. Finanziamenti, come per tutte le cose che non fanno far quattrini e non procurano popolarità, sempre pochi e sempre meno, nonostante in questo campo il «made in Italy» sia assai apprezzato all’estero. E il pubblico questo sconosciuto? Spesso sembra essere più alieno a chi a turno in alto e in basso decide le politiche e tiene i cordoni della borsa e preferisce puntare su programmazioni collaudate senza rischiare troppo. Certo, ci sono stati e ci sono ancora fasi e repertori che quel pubblico tanto tirato in ballo lo ha messo a dura prova o in certi casi fatto fuggire dalle sale, talvolta al passo del leopardo. Ora, ma a dire il vero non da ieri, le cose sono cambiate. La produzione sembra far capo a una generazione di autori che al momento di scrivere tiene presente maggiormente rispetto al passato le esigenze e possibilità di chi ascolta; nascono appuntamenti rilevanti – vedi il MitoSettembreMusica di Milano -; tanti giovani complice jazz, contaminazioni e sperimentazioni pop-rock risultano più pronti a spostare la loro attenzione su mondi sonori meno «cotti e mangiati». A ogni modo la strada da fare qui da noi è lunga; e non per portare al successo un genere chissà perché trascurato, ma per garantigli in tutti i sensi il posto che gli compete nella cultura (per ora gli è quasi riservata una sistemazione nel girone della sopravvivenza); ovviamente speriamo presto e in un’epoca magari che non si accontenti solo del «fenomeno» da far esibire nelle pubbliche stanze durante le feste.
ps – per cominciare ecco come primo «allegato»: il kammerkonzert di Ligeti