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“Da qualche tempo mi occupo di autori italiani del Novecento. Penso che abbiamo scritto della musica meravigliosa, orchestrazioni di grande livello. Personaggi capaci di impiegare con maestria i colori dell’orchestra. Mi occupo di loro e di uno scampolo di storia che forse per un periodo è stato messo da parte, come dimenticato“. A parlare è il direttore-violinista Domenico Nordio, impegnato in questo momento della sua vita professionale anche nella suddetta “operazione“ con concerti, recital e incisioni: si può avere l’occasione di incontrarlo giovedì 19 e sabato 21 novembre al teatro Dal Verme di Milano (il programma sul sito: http://www.dalverme.org/) a capo della formazione dei Pomeriggi Musicali: in programma oltre a brani di Schubert, MendelssohnBartholdy, anche un pezzo di Malipiero (1882-1973), la “Vivaldiana“, scritto all’inizio degli anni Cinquanta.

Sì: proprio Malipiero, Dallapiccola, Respighi, “autori che sapevano davvero il fatto loro – afferma il direttore – autori che, in Italia, per il loro lavoro non hanno potuto ereditare un’importante storia moderna della produzione strumentale…“. Proprio così, mentre all’estero c’erano fior di compositori romantici e subito dopo hanno giganteggiato personaggi come Wagner, nel Belpaese il melodramma da un certo punto in poi ha sovrastato tutto. Risultato: un “buco” generazionale riguardo la scrittura strumentale e poco o niente da lasciare ai compositori del dopo… “Successivamente gli eredi per esprimersi non di rado hanno guardato e scelto di riferirsi ai periodi d’oro italiani, per esempio gli anni di Viotti, Vivaldi e Tartini“. La produzione del Settecento italico: ripescare musiche, linguaggi, stili per rivederli, riorchestrarli con risorse moderne. “Il risultato? Musiche straordinarie, scritte davvero bene, che il pubblico deve riscoprire e conoscere….“. Due note sulla “Vivaldiana“, spiegazioni tratte dal programma di sala che è stato preparato da Mariateresa Dellaborra.

“Nel 1952, abbandonata momentaneamente la produzione originale per orchestra, il compositore (Malipiero) si dedicò ad alcuni lavori sinfonici di diverso significato e rilievo. Uno di questi è proprio la Vivaldiana che, se da un lato suggella i lunghi e approfonditi studi su più di un centinaio di concerti scritti da Vivaldi,  dall’altro si innesta nella concezione stilistica dell’autore come conslusione di un periodo di diatonismo e arcaismo (…)“. Continua…

Nato a Chioggia nel marzo del 1971, Domenico Nordio è stato allievo di Corrado Romano e di Michele Auclair. Ha un passato di enfant prodige: si racconta – confida – che a un anno dirigesse le campane del suo paese. Le cronache ufficiali dicono che il suo primo recital sia stato a dieci anni e a sedici ha vinto il Concorso internazionale “Viotti” di Vercelli. Nella sua carriera ha collaborato con Steinberg, Casadesus e Benedetti Michelangeli (nipote del noto pianista). Inoltre ha tenuto a bettesimo brani di Donatoni e Boccadoro. E proprio il compositore Carlo Boccadoro ha recentemente scritto per lui “Grip”, brano per violino solo che suonerà in prima assoluta al teatro Bonci di Cesena a dicembre.
In allegato: il primo movimento della “Vivaldiana”