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Da sempre i compositori usano le più diverse fonti ispirative. Tra queste la natura, le sue bellezze, ma anche le sue forze. Il mare, il vento, le stelle, i cui segnali oggi vengono persino catturati e “arrangiati” per diventare brani di musica contemporanea. C’è chi ha pure usato come “musa” i vulcani, in questo periodo balzati agli onori della cronaca a causa di quello islandese che con la sua “attività” sta mettendo in seria difficoltà i Paesi di mezza Europa: la nube/nubi scaturite dalle sue eruzioni se ne vanno a spasso per i cieli, da qualche giorno, rendendo meno sicuro il volo degli aerei.

Dunque la musica colta aveva già provveduto a fornire la propria poderosa colonna sonora alle eruzioni vulcaniche, anche dell’Islanda. Non proprio in onore dell’ormai famoso vulcano Eyjafjallajökull, bensì dell’ancor più maestoso Hekla. Alcuni appassionati di musica, infatti, ricorderanno che si intitola con lo stesso nome, “Hekla”, appunto, un’opera del compositore islandese Jón Leifs. Fu realizzata nel 1961 per un’orchestra che includeva una ventina di percussionisti che suonavano, tra i vari strumenti, anche pietre, campane, sirene, catene e incudini. Per meglio rappresentare il suono della devastante potenza della natura. Si può ascoltare su Youtube all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch%20v=GITm8J8LfWc&feature=player_embedded Ma chi era Jòn Leifs, autore della musica dei vulcani?

Compositore islandese di Solheimar (1899-1968), negli anni Venti ha lasciato il suo Paese per andare a studiare a Lipsia. Dopo aver avuto successo come compositore, direttore d’orchestra ma anche come scrittore, dopo aver passato un anno in Svezia nel ’45 è tornato in Islanda. Molti dei suoi lavori sono ispirati ai fenomeni naturali della sua isola. Per esempio “Dettifoss“, isprato alla cascata più grande d’Europa.
In allegato: musiche di Jòn Leifs