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La storia di una libertà cercata e trovata nell’arte. Più precisamente nella musica, la propria. Una testimonianta, la vita del russo Rafail Dvoinikov, protagonista del romanzo “Rapsodia su un solo tema”. L’autore è Claudio Morandini (Manni editore). A metà degli anni Sessanta Ethan Prescott, compositore di Philadelphia, va diverse volte in Russia e lì incontra il collega Dvoinikov, per una lunga intervista. Il titolo del libro rimanda appunto a una delle partiture più emblematiche di Dvoinikov.

Il vecchio rievoca la sua esistenza e il disincanto di chi finalmente non deve più rendere conto a nessuno. “Dvoinikon, audace sul pentagramma – così lo descrive il giovane allievo Prescott – ha dovuto imparare l’arte di dissimulare il suo carattere, e fingere di essere un prudente esecutore di direttive altrui – senza riuscirvi mai, e in questo fallimento sta la grandezza della sua musica, che oggi possiamo leggere come uno dei massimi esempi di un’arte tanto prepotente da sfuggire al suo stesso artefice”. Il romanzo di Morandini combina tentativi di saggio, pagine di conversazioni e di diario, verbali di interrogatori, trascrizioni da un pamphlet settecentesco, per raccontare di musicisti che parlano di altri musicisti che raccontano di altri musicisti che immaginano la vita di altri musicisti ancora. In sottofondo, la storia, spesso dolorosa ed enigmatica, del Novecento.

“Nel Novecento, quando ormai la figura dell’artista e dell’intellettuale sembra essersi emancipata da qualunque genere di autorità – si legge in “Rapsodia su un solo tema” – la fioritura di regimi totalitari riporta gli artisti nella stanza da pranzo dei servi – tutti, tranne quelli disposti ad assumere, in piena sintonia con i regimi, ruoli di responsabilità, fino a sporcarsene le mani, e quelli pronti ad espatriare”.

Claudio Morandini è nato e vive ad Aosta. In passato ha scritto cicli di commedie per la radio e monologhi per il teatro. Prima di “Rapsodia su un solo tema” ha pubblicato i romanzi “Nora” e le ombre (Palomar, 2006) e “Le larve” (Pendragon, 2008).
In allegato:  musiche di Dvoinikov