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Ai delfini piace la colonna sonora del film “Miami Vice”, le megattere “cantano” per le femmine, diversi animali del mare amano ascoltare la classica. Mare e musica, un binomio a prima vista improbabile, invece… E non pochi compositori hanno usato e usano come fonte ispirativa i “canti” degli oceani. Capita di incontrare a un convegno sui pipistrelli chi ha vissuto in prima persona, come ricercatrice, avventure scientifiche in Italia (ma anche nel resto del mondo) considerate di frontiera. Silvia Amodio, fotografa, per sei mesi è stata alle Hawaii a studiare “le competenze linguistiche, la capacità di comprendere linguaggi artificiali dal punto di vista sintattico e semantico”. Uno studio sulla comunicazione tra uomo e l’animale. Tra i risultati, la conferma che i delfini sono in grado di imparare, riconoscere e usare una vera e propria grammatica. Durante queste indagini ecco Silvia, per lunghe settimane impegnata in osservazioni a bordo vasca, scoprire i delfini che amano la musica (“un po’ tutta, da Bach in poi… quello che passava la radio”, ricorda), i delfini riconoscere il salto di ottava, i delfini arrabbiarsi davanti alla radio spenta, i delfini “presi” da Miami Vice

Affascinante il mondo di balene e megattere. Anche questo sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori. Le vocalizzazioni delle Megattere sono eseguite solo dai maschi e solo durante la stagione dell’accoppiamento, facendo supporre che lo scopo dei canti sia aiutare la selezione naturale. Che cosa però rappresentano le “canzoni” per questi animali è ancora oggetto di studio. Le ricerche a proposito sono iniziate negli anni Settanta: alcuni scienziati sono coinvinti che i suoni prodotti dalle megattere possano servire anche per l’ecolocalizzazione.
In allegato: suoni dal mare