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Quali sono le novità nella musica? 2) Che cosa si fa per ri-avvicinare il pubblico scappato per la complessità di certe avanguardie?  3) Il critico Alex Ross sostiene che sul piano della fruzione la contemporanea è in ritardo… Interviene il compositore Ivan Fedele

1) Quali sono le novità del settore, nuovi linguaggi, estetica e autori da scoprire
Nuovi linguaggi: “distorsionismo”, variante “acida” del post-spettralismo. Maggiore rappresentante: Raphaël Cendo. Autori interessanti: Marco Momi, Raffaele Grimaldi, Maurilio Cacciatore, Vittorio Montalti e Pasquale Corrado (Italia). Alireza Farhang (Persia), Zeynep Gedizlioglu (Turchia), Tatsuya Kawasoy (Giappone), Ivan Solano (Spagna), Sebastian Rivas e Fernando Fiszbein (Argentina), Marcin Stanczyk (Polonia), Milica Djordjevich (Serbia)…

2) Che cosa fa il settore per ri-avvicinare il pubblico “scappato” a causa delle difficoltà di ascolti di certe avanguardie
Quella del pubblico “scappato” é un’immagine surreale! Si scappa da qualcosa, ma se questo qualcosa non ti é dato, da che cosa scappi? Il problema é che, in Italia, c’é una non conoscenza della contemporaneità ed una mancanza di curiosità sconsolanti, dovute anche alla carenza di proposte. In Francia, Germania, Inghilterra, Spagna ecc. la situazione è assolutamente diversa.
Riguardo alla “difficoltà di ascolto”, faccio una domanda: siamo proprio sicuri che un capolavoro del repertorio classico sia di “facile” ascolto? E che cos’é il “facile ascolto”? Siamo inoltre sicuri che non si confonda spesso la facilità con la banalità e la complessità con la complicazione?

3) Il critico americano Alex Ross sostiene che le arti plastiche contemporanee spaventano di meno e sono più accettate dal pubblico; al contrario della musica contemporanea che sul piano della comprensione e fruibilità ha subito forti ritardi… qual è la sua opinione?
vedi sopra…

4) racconta la tua/sua musica, le tue fonti ispirative, i propri strumenti eccetera…
Non posso raccontare la musica che scrivo. Meglio di tutto l’ascolto: meno parole più suoni. Piuttosto che di fonti d’ispirazione preferisco parlare di luoghi delle idee: da una parte la ricerca spasmodica dell’archè e, dall’altra, lo sprofondamento nelle pieghe più nascoste del presente. Due condizioni imprescindibili se si vuol avere qualche possibilità di dire alcunchè di vero, personale. N.B. Diffidare di chi vagheggia di “musica del futuro”: ha visto troppi film di fantascienza. Diffidare anche di chi dice che “la musica é morta” e non si può più scrivere nulla di nuovo se non rimanipolare brandelli di passato. Dobbiamo aiutarli perché non stanno bene. Non hanno orecchi per sentire, nè cuore per ascoltare e tantomeno discernimento per comprendere la varietà incredibile di talenti che circolano nel mondo offrendo a noi tutti il frutto della loro fantasia. O, molto più probabilmente, sono in malafede.
In allegato: musiche di Ivan Fedele