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La notizia è ghiotta un po’ per tutti, ma ne godranno maggiormente storici, cultori della materia e musicisti. Riguarda il capitolo inediti, riguarda mister John Coltrane, uno dei massimi sassofonisti jazz, ma è meglio dire uno dei “pesi massimi” della musica contemporanea. L’uomo che non volle vivere nel buio, l’uomo che volle svelare il meglio di sé. Bene, sono stati rivenuti degli inediti, musiche che fino a ora erano rimaste sconosciute. Si tratta di tre brani che sono stati concessi da Zane Massey e dalla famiglia Coltrane: presto quelle musiche verranno incluse in una nuova incisione. Ma facciamo due passi indietro, per ricordare un po’ questo grande del jazz. Lungo il suo curriculum si trovano tante chicche. Per un identikit.

Per cominciare colpì molto Miles Davis durante la sua prima audizione: conosceva tutto a memoria, teneva tempi velocissimi, suonava senza intoppi. Un uomo che verso la realtà aveva un approccio anche irrazionale, non era uno “scientifico”, ma in musica era concreto. Ma ricercato nelle scelte: la sua musica è fatta da particolari da individuare, un tocco, un’armonia, frammenti… Nell’arco della sua carriera visse diverse fasi, non ultima quella “free” lanciata da Coleman.

La sua estenuante ricerca a metà degli anni Sessanta lo porta a “Om”; qui “Trane” abbandona la fedeltà della tavolozza timbrica tradizionale del jazz usando anche suoni che non appartengono al mondo dell’improvvisazione jazzistica. Nello stile passa dalle frasi lunghe e veloci a una sorta di “rumorismo”, nelle sue esplorazioni spinto anche da Thelonius Monk. C’è poi il “periodo modale”: improvvisa utilizzando i modi della scale di riferimento. E ancora, le scale esatonali, pentatoniche e via così…
In allegato: musiche di Coltrane