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A proposito di ottoni: chi ha introdotto nell’orchestra la quinta tromba? Si può vivere tranquillamente anche senza saperlo, ma chi segue con passione la storia della musica (in questo caso quella del  jazz) e s’appassiona anche ai particolari che riguardano settori assai specialistici come quello dell’orchestrazione (si dà anche il caso che è un “ramo” che a un certo punto si può pure scoprire), troverà la risposta gustosa. Bene, a introdurre il quinto fiato in questione è stato Stan Kenton (Wichita 15 settembre 1911 – Los Angeles 25 agosto 1979), direttore d’orchestra statunitense impegnato soprattutto nell’ambiente del jazz.

Sembrerà una cosa bizzarra, ma la “quinta tromba” è diventato per un’intera serata argomento di discussione tra amici, non solo musicisti. Grande passione intorno a un argomento insolito. La musica e il suo enorme mondo a volte possono “sfrattare” altri grandi temi – dalla politica all’economia – con grande facilità, soprattutto quando di mezzo c’è una passione profonda, radicata e coltivata a lungo.

Ma cominciamo con l’accennare alla figura di Kenton, partendo da un dato: risulta tra le grandi figure del firmamento della storia jazz. La sua orchestra, caratterizzata da un suono tanto seducente quanto potente, ha fatto da ponte tra i suggestivi ritmi della musica afroamericana e le raffinatezze intellettuali della musica del Novecento di marca occidentale; anche se Kenton viene indicato pure come pioniere degli arrangiamenti in stile afro-cubano. Grandi i nomi che vengono accostati alla sua produzione: da Frank Rosolino a Carla Fontana passando per Lee Konitz. La sua orchestra, che poteva contare fino a 40 elementi, era piuttosto lontana da quella classica (e del soft-jazz delle origini) e affini; lui amante delle dissonanze e dei fiati spinti al massimo (a un certo punto mise in cantiere anche un progetto dedicato a Wagner), per dare alle sue formazioni ancora più potenza inserì la quinta tromba. L’esempio lampante della forza delle sue big band si ritrova nel brano “Malaguena“, eseguito dalla sua orchestra eseguito ma arrangiato da Bill Holman.
In allegato: Stan Kenton e la sua orchestra