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In questi giorni vale la pena fare un salto alla Triennale di Milano per vedere in mostra un pezzo della nostra storia musicale del Novecento. Si tratta del percorso multimediale dedicato al “Gran sole carico d’amore” (fino al 3 ottobre), lavoro per il teatro musicale scritta dal compositore Luigi Nono: prima rappresentazione alla Scala aprile 1975 con Claudio Abbado sul podio e Juri Ljubimov alla regia.

I materiali in mostra che in gran parte provengono dall’Archivio Luigi Nono di Venezia – spiegano gli organizzatori – tracciano un percorso circa la genesi e la prima esecuzione assoluta di questa azione scenica commissionata da Paolo Grassi. Libri, lettere, documenti vari: durante la visita si possono scoprire spezzoni di memoria che raccontano il pensiero del compositore e un’epoca. Inoltra l’accesso ai files d’archivio consente al visitatore la libera formulazione del percorso all’interno di un’ampia selezione dei materiali e della genesi di un capolavoro del teatro moderno.

Finita la visita non è superfluo procurarsi il catologo, che va ad arricchire l’incontro con Nono e la sua opera. La pubblicazione contiene anche una serie di scritti dell’autore; dalla “Presenza storica nella musica d’oggi” (1959) alla “Possibilità e necessità di un nuovo teatro musicale” (1962), passando per “Testo-Musica-Canto”; in poche parole il Nono-pensiero su questioni che riguardano l’artista e la sua posizione rispetto alla società in cui vive.

Ad arricchire, oltre ad altri articoli (a firma del critico Francesco De Grada, l’architetto Gae Aulenti e del regista Jurij) c’è una carellata di fotografie:  la scena durante le prove e lo spettacolo,  Luigi Nono in compagnia del direttore Claudio Abbado e il pianista Maurizio Pollini, i bozzetti e le sintesi grafiche dell’opera. Documenti storici di un’epoca che, suppur controversa e molto discussa circa gli esiti artistici (oggi qualche volta troppo frettolosamente liquidati come lontani dalle possibilità del pubblico), per molti ha rappresentato una rivoluzione del pensiero e dell’arte, e che ha aperto nuove strade rispetto a un passato che comunque andava superato, in nome dell’emancipazione culturale e del progresso.
In allegato: l’opera “Al gran sole carico d’amore”