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Uno magari pensa che gli strumenti che ci sono bastano e avanzano. E che altri sarebbero se non completamente inutili, quasi. Tanto, più o meno la gamma dei suoni e delle musiche è stata scoperta, perciò… Invece non è affatto così, tant’è che tra quelli che vengono inventati e quelli che vengono ri-scoperti, c’è da ascoltare parecchio. Eccome. Qualche esempio?

Beh, fresco fresco di cronaca c’è Roberto Prosseda, pianista: porta in giro il “suo” piano-pedalier – strumento costruito dai coniugi Borgato con 18 mesi di lavoro(costa 312.900 euro) -, e ora chiede anche della musiche ad hoc ai maestri del colonna sonora Ennio Morricone eMichael Nyman. Ma di che cosa si tratta? Il piano-pedalier sono due pianoforti sovrapposti, da suonare uno con le mani e l’altro con i piedi. Non è proprio una novità assoluta: diciamo che come un vecchissimo dinosauro era stato dato per estinto, ma ora…

Un altro stumento ri-pescato dall’oblio è l'”arpeggione”: inventato dal liutaio viennese Johann Georg Staufer nel primo ventennio del secolo Ottocento, è un incrocio tra il violoncello e la chitarra. Ultimamente lo si sente citare per nuove partiture di musica contemporanea. Una moda curiosa e assai postuma rispetto al declino dello strumento, rimasto nell’angolo delle memorie per la sonata in La minore per arpeggione e pianoforte D 281. E ancora.

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Siamo decisamente nel futuro con certi esperimenti che vengono fatti nelle università – in quelle spagnole per esempio – dove si inventano nuovi “strumenti” se così si vogliono chiamare, in cui i suoni vengono creati con le mani su pannelli digitali: roba da XXI secolo.
In allegato: piano-pedalier, arpeggione, nuovi suoni digitali