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Certo a David Bedford la musica e l’arte nelle vene non gli mancavano. Era il fratello del direttore d’orchestra Steuart Bedford, nipote del compositore e pittore Herbert Bedford e della compositrice Liza Lehmann. Di questo autore, che fu anche allievo del veneziano Luigi Nono – si ricordano soprattutto le sue collaborazioni con la star britannica Mike Oldfield, genere progressive filone classica/rock (forte nelle fantasie melodiche).

Un ritratto diciamo, “ristretto”, quello fatto da alcuni media di questo compositore, in occasione dell’annuncio della sua scomparsa (primo ottobre) all’età di 74 anni. Bedford, in realtà, è un personaggio un po’ più complesso, una figura che va ben al di là di quella dell’autore impegnato a scrivere solo o quasi per i campioni della ricerca progressiva anni Settanta, con il massimo rispetto e stima per Oldfield, fuoriclasse di quel periodo ancora oggi in attività.

Il nome di Bedford a colpo d’occhio sembra essere legato alla scena più commerciale dunque, ma basta approfondire e la visione cambia subito: questo compositore ha sempre portato avanti anche il filone dell’avanguardia. Negli anni Sessanta autore di “Due Poesie di Coro”, brano dove già mostra la sua predilezione per organici corali quasi noniani.

Nell’arco della sua carriera di autore per musica forte – con un interesse anche per il mondo di Cage – ha toccato diversi porti creativi: dalla musica da camera al minimalismo; curiose le sue incursioni tra le fonti ispirative di natura “stellare”. Sono diversi infatti i suoi titoli che “parlano” di astronomia. Altra originalità le creazioni per il  mondo dell’infanzia. In questo senso si ricorda una trilogia: la “Saga Fridiof”, basata su leggende scandinave.
In allegato: musiche di David Bedford