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Era conosciuto soprattutto per il suo jazz-corale; musica religiosa e improvvisazione, voci; da ricordare la sua lunga collaborazione con John Smith, a partire della fine degli anni Settanta. Culmine di quel sodalizio: il balletto “Uno zodiaco degli Angeli“. E ancora: ad influenzare molte delle sue composizioni, anche la musica indiana.

Lutto nel mondo del jazz. Il pianista e compositore britannico Michael Garrick, soprannominato il “poeta del jazz”, è morto venerdì scorso nell’Harefield Hospital, nel Middlesex, a nord  ovest di Londra, all’età di 78 anni. L’annuncio della scomparsa è  stato pubblicato dal quotidiano londinese “The Independent“.

Nato a Londra il 30 maggio 1933, Garrick iniziò la carriera  giovanissimo alla fine degli anni Cinquanta, suonando il pianoforte nei jazz club della capitale inglese. Nel mondo discografico Garrick si affermò nel 1964 con l’album del debutto, “Moonscape“, che rappresentò il primo tentativo di rilettura da parte di jazzisti britannici del suono del “New Thing” afroamericano.

Garrick suonò poi a lungo con i leggendari Joe Harriott al sassofono e Shake Keane alla tromba. Garrick è ricordato anche per il suo lavoro del periodo1965-69 come pianista del Don Rendell-Ian Carr Quintet, con cui registrò gli acclamati album “October Woman“,  “Black Marigolds” e “The Heart Is A Lotus“.

Garrick è famoso in  particolare per l’album “Jazz Praises” registrato nella St Paul’s Cathedral di Londra. Dalla fine degli anni Settanta, pur continuando a tenere concerti, si concentro soprattutto nell’attività di  insegnante.
In allegato: musiche di Michael Garrick