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E’ un’improvvisazione non legata ai generi musicali preesisenti. Durante la sua esecuzione richiede ai musicisti un ascolto reciproco e, a ognuno di questi, un dialogo interno. Dulcis in fundo:  è sganciata da parametri prestabiliti, senza per questo essere free oppure caos. Domanda: di che cosa si tratta?

Alzi la mano chi, ultimamente, ha avuto l’occasione di imbattersi in un concerto di “Musica Intuitiva“… Una domanda alla quale rispondere è facile (forse) con un bel: no!!! In effetti si stratta di un genere che pur avendo qualche decennio di età e pur essendo di casa in non pochi Paesi europei, in Italia è sempre stato una rarità, a dir poco. E probabilmente, anche di più. Sia in termini di rappresentazione (concerti e affini) sia in termini di formazione (fino a prova contraria in giro non c’è niente). Ah sì, un attimo: pure il significato non di rado sfugge ai più. Per farla molto ma molto breve: dicasi “Musica Intuitiva” quel tipo di processo musicale dove al posto dello spartito musicale tradizionale vengono fornite istruzioni verbali o grafiche o di idee agli esecutori; questo, almeno, secondo alcuni concetti base introdotti nel 1968 dal compositore tedesco Karlheinz Stockhausen. Guai però a confodere questa musica con una forma di libera improvvisazione… Ma, a questo punto, un altro quesito è d’obbligo: perché parlarne ora? E’ presto detto.

Da qualche tempo, questo filone anche nel Belpaese inizia a destare l’attenzione dei musicisti dediti alla ricerca di altri sentieri, in particolare di quelli delle giovani generazioni. E a Milano, per esempio, dal gennaio 2012  partirà persino un corso presso la “Scuola musicale” di Foro Buonaparte; in cattedra ci sarà il trombettista Mario Mariotti, che per quanto riguarda il ciclo di lezioni che si terranno al sabato preferisce parlare di “Corso di improvvisazione informale” (che comprende il genere di cui sopra, ma che non rinuncerà a spaziare).

Mariotti, che è specializzato nel repertorio contemporaneo (a lui vicini Walter Prati, Giancarlo Schiaffini  e Paolo Damiani), viene chiamato come orchestrale dalla Verdi di Milano, ed è prima tromba dell’Ensemble 2 agosto. Lo si è visto accanto a Markus Stockhausen, figlio del guru Karlheinz. Da qui, ma non solo, la scoperta e poi l’impegno sul genere che ora ha deciso di contibuire a diffondere attraverso il corso milanese.
In allegato: il trombettista Markus Stockhausen