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Si dice che, nonostante la grave malattia di cui soffriva, fosse rimasto in Messico sulle orme di Mingus. Sarà. Quel che è certo che Stefano Scodanibbio, scomparso qualche giorno fa, è stato uno dei grandi del jazz non solo italiano: il suo nome, in particolare, è legato alla rinascita del contrabbasso negli anni Ottanta e Novanta. In tanti lo hanno voluto ricordare. Il collega milanese Attilio Zanchi, altri musicisti e non pochi personaggi della cultura. C’è la possibilità di vedere e ascoltare una sua esibizione sul sito Corriere musicale avvenuta al festival lodigiano ContemporaneaMente nel 2002 (http://www.ilcorrieremusicale.it/addio-a-stefano-scodanibbio-1956-2012/).

Scodanibbio aveva studiato contrabbasso con Fernando Grillo, composizione con Fausto Razzi e Salvatore Sciarrino, musica elettronica con Walter Branchi, storia della musica con Michelangelo Zurletti. Tanti i suoi recital nei maggiori festival di musica contemporanea, e ancora: numerosi pezzi scritti appositamente per lui da compositori come Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis.

Nel 1987, a Roma, tenne una maratona di 4 ore non-stop suonando 28 brani per contrabbasso solo di 25 autori. Ha collaborato a lungo con Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Proprio nell’edizione del 2006 di ’Terra di Teatri, la Provincia di Macerata coprodusse una delle ultime opere del Maestro maceratese, Il Cielo sulla Terra, che debuttò in prima nazionale quell’anno al teatro Vaccaj di Tolentino.
In allegato: Stefano Scodanibbio