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Finalmente c’è anche il nostro turno. No, non solo maestri stranieri qui, in Italia, messi sotto la lente. La loro musica, i loro metodi compositivi, la loro storia personale e artistica. Anche noi, l’Italia ha da insegnare al resto del mondo. E dall’altra parte dell’oceano lo sanno bene. Basta sfogliare l’agenda internazionale degli appuntamenti culturali e ci si accorge che non sono poche le proposte italiche da qui a poco. Qualche esempio?

Uno per tutti riguarda una compositrice romana che non ha bisogno certo di presentazioni. Si tratta della compositrice Ada Gentile (http://www.adagentile.it/biogr.htm).  Ecco, venerdì 24 febbraio 2012 alla Columbia University, Horace Mann di New York esperti e studenti parleranno proprio di lei “nel panorama generale della musica italiana d’oggi”.

Nei suoi lavori la Gentile (ha sempre mostrato) una grande attenzione ai giochi timbrici, alla ricerca sul suono. Spesso le sue linee musicali sono sottili, si muovono con leggerezza costruendo fini trame melodiche che possono essere – tranquillamente – fruite, ma che al tempo stesso sono portatrici di novità. C’è chi parla, come il critico musicale Michele Porzio, di “illusioni sonore”. Un’ottima immagine per descrivere il lavoro di questa autrice.

Fa piacere dunque, apprendere che nel lungo elenco dei master, degli incontri dei dibattiti e degli studi collettivi internazionali spuntino anche rappresentanti della “scuola italiana”, che è, autonomia, vanta spunti originali e ottime penne musicali. Come nel caso di Ada, coi suoi singolari e suggestivi discorsi. Sempre Porzio: ” Nelle sue composizioni, più che a cellule tematiche o a figure di natura plastica, occorre riferirsi a disegni musicali, immersi in un caleidoscopio di mutevoli intonazioni”.
In allegato: un brano di Ada Gentile