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E’ molto giovane, eppure sta facendo parlare non poco di sé, anche dalle alte sfere della cultura musicale internazionale. Si tratta di Anna Clyne, classe 1980, nata a Londra trasferitasi in America: ora, per la prima volta arriva in Italia. Chi ha avuto l’occasione di sentire i suoi lavori da subito non ha avuto neanche un dubbio: è qualcosa di nuovo. A pensarlo e sostenerlo, non una persona qualunque, anche il direttore d’orchestra Riccardo Muti: “E’ un’artista che scrive con il cuore, che oltrepassa ogni confine e frontiera”.

A scovare la giovane compositrice all’estero sono stati i suoi colleghi dei “Sentieri Selvaggi”, che dopo averla sentita non hanno avuto dubbi, promettendo a se stessi: “Da invitare al volo in Italia”. Detto e fatto, ora dunque eccola nella loro stagione. Giovedì 26 aprile le musiche della Clyne verranno eseguite in un “Ritratto” a lei dedicato al teatro Elfo Puccini di Milano (Sala Fassbinder, dalle ore 21); prima del concerto ci sarà l’incontro proprio con lei, che dice: “La mia passione è collaborare con musicisti innovativi, film-makers, artisti visivi e, in particolare, coreografi. La creazione di nuove opere attraverso un dialogo fluido ha sempre alimentato la mia forma d’arte con nuove prospettive. Ispirata da immagini visive e dal movimento fisico, la mia intenzione è quella di creare musica che integri e interagisca con altre forme artistiche, e che sorprenda gli esecutori e il pubblico allo stesso modo”.

In scena ci saranno Paola Fre (flauto), Mirco Ghiradini (clarinet), Andrea Dulbecco (percussioni), Piercarlo Sacco (violino), Enrica Meloni (violino), Aya Shimura (violoncello). “La sua musica è qualcosa che sfugge alle classificazioni – spiega Filippo Del Corno, compositore e uno dei fondatori dell’ensemble e della stagione dei Sentieri Selvaggi -. Non cede a compromessi; quando la senti i suoi lavori non hai l’impressione che siano il risultato di diverse influenze; le sue sono creazioni forti di una personalità forte”. L’ascolto attento rivela ovviamente echi, richiami ed un ambiente culturale si intravvede;  la mente corre verso nomi quali Michael GordonJulia Wolf (che tra l’altro è stata sua docente). Ma la proposta è personale, inequivocabile, non contaminata. “Colpisce ancora – continua Del Corno – un’altra delle sue particolarità: il dialogo, che nelle sue scelte compositive ricorre, una sorta di contrappunto tra la musica acustica ed elettronica”.

A dare un’occhiata online al profilo della Clyne vien da dire che si è tratta/to di un enfant prodige: già da bimba, infatti, componeva; per esempio, ha completato il suo primo lavoro all’età di soli 11 anni. A vent’anni, poi la sua prima e vera composizione che ora appare in catalogo “Ritratto di donna” (2000). Oltre alla musica da camera, c’è anche una produzione vocale. “Le sue partiture sono ricche di una straordinaria inventiva – fa sapere il ritratto compilato dai Sentieri Selvaggi – spesso ispirata da immagini visive e dalla fisicità del gesto strumentale”. Da non mancare.
In allegato: intervista ad Anna Clyne