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Varietà, diversità, agilità. Le «lezioni veneziane» di Ivan Fedele, direttore della Biennale Musica 2012 ( http://www.labiennale.org/it/musica/), già sulla carta hanno tutta l’aria di riuscire a lasciare un segno: decine di prime e concerti. Un obiettivo forte e chiaro: «Far capire quanto di sia vivace e variegato il mondo della contemporanea; anche nelle sue zone più lontane come il massimalismo e minimalismo», dice Fedele. (http://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Fedele). Occhio a nomi come il danese Rune Glerup e il francese Christophe Bertrand; gli italiani Marco Momi e Agostino Di Scipio… per dirne solo alcuni.

Benvenuti a «Extreme», il titolo del 56esimo Festival internazionale di musica contemporanea (dal 6 al 13 ottobre). Segni particolari: la carica forte dei giovani. «Come vengono selezionati? – fa eco il maestro da Venezia -. Beh, sono il frutto anche dei miei ascolti, valutazioni e incontri personali. Per dire i russi, visti in un viaggio a Mosca; gli americani…». La geografia delle novità parla molte lingue, da scrutare ci sono i nuovi continenti, le strade in molti casi portano lontano dall’Europa.

«I Paesi dai quali giungono segnali importanti sono quelli dell’estremo Oriente (dalla Cina al Giappone passando per la Corea), i Paesi dell’ex Unione Sovietica Russia compresa; l’universo femminile in primo piano e, ancora, novità dal Sudamerica, dove qualcuno magari ha creduto che oltre alla dodecafonia fino a ora non si era andati oltre. Infine gli Usa dove si assiste a una rinascita, su strade diverse dal minimalismo».

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Si domandava il compositore argentino Mauricio Kagel «se non conosci come puoi amare?». Massaggio ad hoc per chi sposa il pregiudizio culturale; questo per dire basta col solito mantra «della musica inascoltabile»; il suggerimento è predisporsi all’ascolto, con un po’ di impegno, si raccomanda. «Perché insomma – dice il direttore-compositore – bisogna aver chiara la differenza tra intrattenimento (filone spinto dai mass media) e musica d’arte…». Che presuppone tutt’altro approccio, cercando di superare quegli «stilemi politically correct» pronti all’uso, per essere riconosciuti».

Questa Biennale vira decisamente sull’emergente, il nuovo: «In programma oltre 60 prime di autori stranieri e italiani e una trentina di concerti», spiega. Roba da record.
E come sempre, o quasi, i salti mortali coi fondi, «senza uscire dai budget disponibili – ragiona Fedele -. C’è la comprensione di una contingenza che non è favorevole. Il mercato si è rimodellato sulle nuove necessità. In questi momenti servono idee, ma le opere per essere realizzate e rappresentate, tutte le opere, hanno il diritto a condizioni eccellenti, tutto questo ha un costo…». Come a dire virtuosi e sobrii sì, ma fino a un certo punto.

Come di questi tempi risponde il pubblico ora sembra essere un po’ meno un mistero. Spiega: «Un periodo paradossale, nella risposta a una contingenza socio-economica-culturale ai limiti di guardia; ci sono sempre più artisti e sempre più richiesta, come se tutto questo a volte non sia dominio condizionato da leggi economiche».
In allegato: musiche di Rune Glerup e Christophe Bertrand

Nuove correnti e compositori a Extreme

Minimalismo Iterativo
Tristan Perich

Minimalismo Simbolico
Marco Momi e Agostino Di Scipio

Minimalismo Contemplativo
Kirill Shirokov

Minimalismo Ecologico
Giardino Sonoro

Massimalismo Iperstrutturalista
Nikolav Popov

Massimalismo Spettralista
Jean-Luc Hervè
Fausto Romitelli
Giovanni Verando

Massimalismo Saturazionista
Raphael Cendo
Franck Bedrossan
Alexander Khubeev

Oltre
Sofia Gudaidulina
Klaus Huber
Rune Glerup
Christophe Bertrand