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Chi transita a Milano mercoledì 27 febbraio 2013 – appena passata la bufera elettorale – ha la possibilità di imbattersi in un personaggio che è già incorniciato nella storia del jazz, sia per le sue qualità di musicista, sia per le sue frequentazioni cultural-artistiche avvenute nell’arco della sua carriera.

E’ un signore che oggi ha la barba bianca e gli occhiali e che sta in maniera superba al suo strumento (la batteria) che insomma diciamolo fa sicuramente scuola a tanti strumentisti di buona volontà, a quella schiera di musicisti-tecnico-muscolari, seguaci magari inconsapevolmente del concetto di performance standardizzata, infine forse meno aperti alla sensibilità individuale, al tempismo fuori dagli schemi dati e a dar sfogo alla creatività ma con stile.

Stiamo parlando di mister Eliot Zigmund, classe 1945, natali newyorkesi: sul palcoscenico si presenterà in buona compagnia con il pianista milanese Antonio Zambrini e il contrabbassista Carmelo Leotta. Un trio, come ai tempi del grande della tastiera Bill Evans.

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Citazione non fatta così per fare, perché si dà il caso che mister Zigmut sia stato il batterista di una formazione evansiana, dal 1975 al 1979. Dunque un testimone della storia. Non a caso la serata in cui si esibisce dalle 20.30, presso un locale dal nome a dir poco originale – “Oggi non ho fretta” – ha giustamente come sottotitolo: “La musica… e i racconti di una vita sul palcoscenico”.

La vita musicale del batterista è iniziata al mannes Collage of Music e al city College Of New York, istituzioni formative di prim’ordine; dopo l’avventura con Evans, ha suonato per ben 5 anni con il trio del pianista francese Michel Petrucciani e il bassista Palle Daniellson. Ora è anche attivo nel The Spring Jazz Trio assieme a Paolo Birro e Lorenzo Conte.

E’ la sua stessa storia che fa intendere che il personaggio va scoperto o ri-scoperto. Una star che non disdegna di muoversi in circuiti meno visibili ai media, in alternativa ai localoni-business che adesso vanno tanto di moda. Sui compagni di concerto che dire: i loro profili suon online basta guardare. Zambrini è uno dei migliori sulla piazza, dotato di un pianismo personalissimo e inovativo; Leotta generazione quarantenni è uno che fa il trio con competenza e abilità, al suo attivo una sfilza di collaborazioni e incisioni di prim’ordine. Che dire… Buon ascolto!
In allegato: Eliot Zigmund