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Fluxus è Chiari, nome Giuseppe. Una mostra a Milano – presso gli spazi Tornabuoni Arte – sul compositore-pittore che per la sua espressione ha usato musica, parole, musica e gesto.  Artista e compositore, scomparso nel 2007, l’esposizione illumina il suo sodalizio con il gallerista Roberto Casamonti.

La sua esplosione creativa si manifesta a doppio/triplo/quadruplo binario sin dalla giovinezza, quando parallelamente agli studi universitari in matematica e in ingegneria, inizia a dedicarsi con passione alla musica e, in particolare, allo studio del pianoforte e della composizione: presto viene attratto dalle esperienze di John Cage e dalle ricerche sperimentali di musica viva.

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Fondamentale l’incontro con compositore e artista poliedrico Sylvano Bussotti, poi il confronto con le ricerche di poesia visiva del Gruppo 70 e i contatti con gli esponenti newyorkesi di Fluxus. Il percorso espositivo della mostra milanese, grazie alle opere della Collezione Casamonti, è in grado di ricostruire l’intera attività dell’artista fiorentino, dagli esordi alla maturità.

Tra le opere allestite, figurano due installazioni di pianoforte, artisticamente manipolati e denaturati dal suo intervento, mentre alle pareti si può ammirare una selezione delle famose partiture degli anni ’60, ma anche quelle dei decenni successivi. Dal loro insieme emerge la complessa evoluzione del lavoro, anche pittorico, di Chiari, in cui i segni delle note o le rappresentazioni grafiche dei gesti da compiere assumono un’evidenza visiva tale da imporsi anche quali immagini autonome, puri prodotti visuali.
In allegato: materiali su Giuseppe Chiari