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Basta incontrarla per intuire che la sua storia, quella della sua famiglia, potrebbe essere da romanzo. Pasionaria del pianoforte, figura esuberante, piena di energia ma a tratti “malinconica” tiene a precisare, come è il carattere del Paese d’origine per metà: nata qui è figlia di un bulgaro e di un’italiana.  Atmosfere del ventesimo secolo, d’antan. La pianista Victoria Terekiev, che certamente non ha bisogno di grandi presentazioni (vedere: http://www.fondazionemilano.eu/musica/content/victoria-terekiev-istituto-di-musica-classica-civica-scuola-di-musica) – chi tra gli spettatori appassionati del genere non la conosce come interprete di Malipiero & Co… per citare un nome – (vedere: http://www.youtube.com/watch?v=hQ0foVy1WHI): lungo la carriera a un certo punto ha deciso di aprire il baule dei “ricordi”. Le cose dimenticate o accantonate, i pensieri cari di un’altra età, le parole preveggenti del padre.

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“In casa c’erano pagine di compositori del Novecento bulgaro e lui mi diceva di provare a suonarle ma io da giovane ribelle quale ero non ne volevo sapere, preferivo i classici come Schumann; erano gli anni della formazione…di un certo intellettualismo…”, spiega al telefono. Nella storia da raccontare suo padre tra le tante peripezie della vita prima della seconda guerra mondiale: eccolo anche a studiare architettura a Vienna, lasciata la patria col baritono Boris Christoff suo amico; il ritorno, poi di nuovo la partenza verso l’Occidente. Dopo mezzo secolo dall’Italia a Sofia ancora, ma con il biglietto di ritorno in tasca per ritornare dai suoi cari: “E quegli spartiti… Pacho e Alexander Vladiguerov, Parashkev Hadijev e Vasselin Stojanov”, sospira la musicista. Un giorno sarà la “zia musicale” di Victoria – che presso la Civica scuola di musica fra pochi giorni terrà una masterclass (vedere: http://www.fondazionemilano.eu/musica/2014/02/12-e-203-la-musica-classica-bulgara-con-i-colori-del-folklore) con concerto finale proprio su questi e altri autori e sul genere – a rilanciare il discorso di quelle partiture mai veramente dimenticate. “Lei è stata la mia prima insegnante di pianoforte, Stefka Mandrajeva krivenski, anche lei bulgara, ancora oggi un punto di riferimento per me”. Le coincidenze del destino: l’ex concertista tira fuori dal cassetto alcune delle pagine del suo Paese, alcuni degli autori amati e proposti dal padre di Victoria. E il cerchio si chiude. Ma di che cosa si tratta? Già, parliamo di musica.

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La parola chiave è “metroritmica” e a suonarla, quella musica, è qualcuno – la Terekiev appunto – che con orgoglio rivendica appena può il suo “sangue ritmico” che in nome del quale si sta muovendo con una forza che le arriva dalla voglia di far conoscere al mondo le bellezze musicali della sua amata Bulgaria. “Compositori bulgari del ‘900”, “la musica metro ritmica: i tempi e gli accenti” e “l’influenza del folklore delle composizioni pianistiche: timbro ed epressione” i temi che verranno trattati durante la sua masterclass. Poi il concerto della pianista e dei suoi allievi. Vietato mancare, tutte musica che fino a ieri erano dall’altra parte, irraggiungibili, quando il mondo era diviso a metà.
In allegato: musiche di autori bulgari e Victoria Terekiev